Bernard Hinault il "Tasso"

Anche per il bretone Bernard, nato a Yffiniac, il 14 novembre 1954, si può parlare di fisico non eccezionale, a dimostrazione di quanto, spesso, tale componente non sia decisiva. Hinault, seppe collezionare 200 vittorie, 27 delle quali al Tour de France, dove indossò per 70 giorni la maglia gialla. Ciò gli valse il soprannome di "Tasso", che non l'abbandonò mai. Secondo le opinioni ricorrenti, Bernard è stato il miglior ciclista francese di tutti i tempi, superiore quindi ad Anquetil, ma il sottoscritto non è d'accordo, perché pur vincendo diverse classiche in più rispetto al normanno ed un mondiale da mostro, nelle corse a tappe, di grandi avversari, il bretone, ne ha avuti troppi in meno. A parte Zoetemelck (comunque corridore che prendeva da Merckx a fine Grande Boucle, distacchi che stavano nell'intorno del quarto d'ora), gli altri, a cominciare da Moser e Saronni, era ciclisti che nei giri di tre settimane, valevano meno di taluni gregari o spalle dell'epoca precedente. Quando poi incontrò avversari veri, come l'ex gregario Fignon ed il giovane Lemond, perse anche in maniera clamorosa (vedi Tour 1984). Alla Vuelta vinse un'edizione, quella del 1983, perché tutto il mondo del pedale (compreso quel Saronni che non ho mai perdonato per questa vera e propria scorrettezza) si alleò con lui, contro Marino Lejarreta. Il suo ritiro al Tour del 1980, quando era maglia gialla, resta, appunto un giallo. Poi si presentò ai mondiali di Sallanches con quel "vestito" da marziano addosso. Ora, visto che si ragiona sempre e troppo con in mano gli albi d'oro, senza fotografare le epopee e le consistenze di queste, mi chiedo: con quattro o cinque grandi giri in meno chi sarebbe stato disposto a considerare Hinault, superiore ad Anquetil? Dunque, io appartengo al ristretto partito che vede il bretone tangibile e grandioso soprattutto per le classiche che ha vinto, ma nelle corse a tappe, rimarrò per sempre col forte dubbio, di un suo reale valore da "top cinque" di tutti i tempi. Anzi, non glielo metterei proprio! Se tra gli avversari oltre ai citati ci mettiamo i vari Kuiper, il vecchissimo Agostinho, il vecchio Van Impe, il vecchio Panizza, nonché i modesti se non addirittura semisconosciuti, come Alban, Martin, Winnen, o i non certo trascendentali, come il giovanissimo Van der Velde (si quello del Gavia, poi finito a fare il "topo di appartamenti"...) o lo svizzero Zimmerman....bèh allora ben si capisce che chi la pensa come me, non è fuori senno. Comunque, il certo fuoriclasse Hinault (non vorrei aver dato l'impressione del contrario), ha mostrato altro per essere considerato campionissimo e ne parlerò nel Graffiti a lui dedicato. Per ora ecco il suo stringato curriculum: 5 Tour e 3 Giri con due doppiette nello stesso anno, un mondiale, 2 Vuelta, 9 grandi classiche, 4 GP delle Nazioni. Numericamente, quanto basta per porlo al posto d'onore della storia, dietro a Merckx.
Articolo inviato da: Maurizio Ricci (Morris)
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