Luciano Ciancola

Nato a Roma il 22 ottobre 1929. Passista veloce, alto 1,76 per 74kg. Professionista dal 1953 al 1960 con 8 vittorie.

Quando sfrecciò per primo ai mondiali per dilettanti nel 1952, in quel di Lussemburgo, erano molti a dare crediti a questo ragazzo romano compatto e potente. La sua carriera da puro si chiudeva nel migliore dei modi, ma nessuno considerava quanto fosse stata dispendiosa ed illusoria. Purtroppo, quel che all'indomani del successo iridato, non veniva posto in primo piano, col tempo, si dimostrò in tutta la sua compiutezza e la carriera professionistica di Luciano Ciancola, pur non anonima, rimase lontana dalle attese. Lo stesso capiterà, forse in maniera ancor più marcata, per il torinese Riccardo Filippi, che seguirà il romano, l'anno dopo, nell'albo d'oro dei mondiali per dilettanti. Passato nel 1953 professionista in seno all'Arbos, Ciancola, fu schierato da subito al Giro d'Italia, ma non lo finì. Si rifece nel Giro d'Inghilterra, certo una prova minore, dove vinse due tappe. A fine anno cambiò maglia passando nella gloriosa Legnano e la sua stagione 1954 fu migliore: chiuse il Giro al 61° posto, giunse secondo nel Trofeo Matteotti, vinse il Trofeo Fenaroli ed il Titolo Italiano Indipendenti, ma il suo disagio non finì, al punto di tornare all'Arbos.
Nel 1955, si dipanò fra la partecipazione alle corse più importanti, ed a quelle minori, ma solo in queste ultime si fece notare. Chiuse il Giro all'ottantaduesimo posto, fra gli ultimi, dopo tre settimane anonime. L'unico acuto vincente dell'anno, a Cattabrighe, in una prova del Trofeo UVI. Ancora un cambio di maglia per il 1956, dove s'accasò alla Carpano-Coppi del Campionissimo. Non fu selezionato per il Giro, ma nel complesso se la cavò discretamente: vinse una prova, a Carrara, valevole per il campionato indipendenti e la tappa di Ragusa al Giro di Sicilia, chiuso poi al secondo posto. Il suo ormai solito abbonamento al cambio di squadra, si concretizzò ancora col ritorno in seno ad una Legnano che, nel frattempo, aveva fatto passare il campione olimpico e nuovo astro del ciclismo italiano, Ercole Baldini. Ciancola visse due stagioni all'interno della formazione dell'Avvocatt Eberardo Pavesi, ma non trovò mai la possibilità di emergere, nemmeno come gregario, ormai il ruolo che gli era stato assegnato. Nel 1958 approdò alla romagnola Ghigi, una formazione che annoverava anche diversi belgi di gran nome, come Vannitsen, Van Geneugden, ed i fratelli Roger ed Yvo (decisamente più forte, poi divenuto suocero del corridore italiano Valerlo Piva). Non fu un anno pari alle attese: Ciancola non partecipò al Giro e per tutto l'anno le sue prestazioni furono da spalla senza infamia e senza lode. Ormai votato a questo ruolo, nel 1960, anche per l'interessamento di Baldini, trovò l'ingaggio di una squadra top, come l'Ignis. Per Ciancola fu un discreto anno: lavorò bene per i capitani e si tolse la soddisfazione di ritornare al successo, vincendo la tappa di Trapani al Giro di Sicilia, mentre al Giro finì 92esimo. A fine stagione appese la bicicletta al chiodo.
Articolo inviato da: Maurizio Ricci (Morris)
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