Guido Trentin: vittoria Vuelta a Espana 2002

La Gazzetta dello Sport - Articolo del 12 settembre 2002

SIERRA NEVADA (Spagna), 12 settembre 2002 - Cambiano i fattori ma il prodotto rimane immutato: la Vuelta di Spagna continua a parlare italiano. Dopo le vittorie di Danilo Di Luca e Mario Cipollini (2) ecco il successo, a sorpresa, di Guido Trentin, comasco di Grandate, 27 anni il 24 novembre, da 2 stagioni alla Cofidis. La Sierra Nevada torna così a vestirsi di tricolore a distanza di 21 anni dalla vittoria di Giovanni Battglin (era una cronoscalata), che di quell'edizione si portò a casa anche il successo finale. Trentin ha anche sfiorato la maglia oro: per soli 16" è andato allo spagnolo Mikel Zarrabeitia, ex promessa del ciclismo iberico, che in vetta ha dato il cambio al proprio capitano, Joseba Beloki, il leader della Once-Eroski. E' stata, la prima tappa di montagna, una corsa strana. Registato il forfait di Paolo Savoldelli, per la lussazione alla spalla destra, la giornata ha preso il via dopo un toccante minuto di raccoglimento in memoria della tragedia delle Torri Gemelle di New York. Dopo soli 8 Km, Ivan Quarante ha alzato bandiera bianca, a causa delle botte riportate nella caduta della frazione precedente. Subito dopo sono cominciate le infinite fughe di una gara particolarmente anarchica. Dopo 26 Km si sono raggruppati in testa sette attaccanti: Mederic Clain, Stéphane Berges, Oscar Laguna, Jesus Manzano, José Vincente Garcia Acosta, Rafael Diaz Justo e Victor Hugo Pena. Il drappello ha sfioratoi sette minuti di margine: ed è stato per il lavoro della Saeco-Longoni Sport, che ha preso in mano le redici del gruppo per circa un'ora e mezzo, che i battistrada non hanno preso definitivamente il largo. Detto della paurosa caduta di Roberto Laiseka (labbro spaccato, perdita di alcuni denti, sospetta frattura della mascella), ci si preparava ad assistere ad un copione già visto: una fuga tenuta a distanza di sicurezza in attesa della salita finale, destinata ai grandi. Invece, proprio sulle interminabili rampe della Sierra Nevada (37 Km) qualcosa s'è inceppato, o perlomeno non è andato secondo logica. I califfi hanno seguitato a marcarsi stretto rinviando sempre più in su il momento della verità, mentre le seconde linee si scatenavano in una serie infinita di allunghi, dando il cambio agli attaccanti della prima ora, via via riassorbiti. Ed è stato proprio da una di queste iniziative estemporanee che è scaturita l'azion decisiva: a 5 Km dalla conclusione lo spagnolo Felix Garcia Casas s'è lanciato allo scoperto, seguito immediatamente da Trentin. "Aveva un ritmo infernale, non riuscivo nemmeno a dargli un cambio", racconterà più tardi il voncitore. Alle loro spalle Oscar Sevilla rompeva finalmente gli indugi, mentre Danilo Di Luca aveva un attimo di esitazione che gli costava una probabile vittoria, visto quello che è stato capace di fare poco dopo, uscendo da solo dal gruppo dei favoriti e arrivando a un'inerzia da uno scalatore puro come Sevilla. Ma inn quel momento i giochi erano fatti: "Ai 250 metri sono partito deciso e ho vinto nettamente", ha raccontato Trentin, che non stava nella pelle. Sevilla si piazzava 7°, a 47": suo primo round tra i favoriti della Vuelta. Di Luca era 9° a 51": peccato per quel che poteva essere e non è stato. Joseba Beloki (durante la corsa s'era fatto vedere dal medico di gara il ginocchio sinistro battuto contro il manubrio) giungeva in un gruppetto comprendente anche Francesco Casagrande e Gilberto Simoni, cronometrato a 1'38". Il suo luogotenente Mikel Zarrabeitia faceva meglio: quarto a 10" dal vincitore, il che gli valeva la maglia oro. Roberto Heras perdeva 7" dalla pattuglia-Beloki, Angel Casedo e Igor Gonzalez de Galdeano 11". Tutto sommato, Heras è stato la sorpresa negativa. Reduce dalle vittoria nel Tour du Poitou Charentes, Trentin ha colto ieri la terza affermazione della carriera, sicuramente la più importante. "Ho debuttato nel'98 con la Vini Caldirola - ha detto - dove ho avuto un ottimo maestro come Mauro Gianetti. Nel 2000 mi sono messo in luce al Tour(18° in classifica finale, con alcuni buoni piazzamenti, n.d.r.), così la francese Cofidis mi ha ingaggiato. Quest'anno, poco prima del Tour, mi sono rotto il braccio destro: così ho deciso di puntare tutto sulla Vuelta e sono contentissimo di questo successo. Lo dedico a mia moglie Alessandra, che a novembre mi darà una bambina, e al mio direttore sportivo Francis Van Londersele, che mi è stato vicinissimo nei momenti difficili". Trentin era in lizza insieme ad altri tre colleghi per i due posti liberi che restano alla Cofidis nel 2003: dopo la vittoria di ieri è in vantaggio. Sempre che qualcuno non si accorga di lui in Italia.
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