Charles Mottet

Un peso piuma, dotato di un buon motore che diventava ottimo a cronometro, ma privo di picchi di qualità in grado di partorire qualcosa di più di una bella carriera. Charles "Charly" Mottet, fece sperare i francesi, con la vittoria al Tour de l'Avenir '84, di aver trovato un altro corridore, oltre a Fignon e a Bernard, in grado di proseguire la tradizione nel grandi tour che vedeva Hinault giocarsi gli ultimi fuochi. Invece, il biondino di Valence, era troppo fragile per affrontare in successione le grandi salite di un grande giro. Quello che si dimostrò impossibile su questa variabile però, parve concretizzarsi nelle corse di un giorno, quando, nel 1985, vinse il Giro del Piemonte, il GP delle Nazioni a cronometro e giunse terzo nel Lombardia. Nel 1986, col secondo posto al mondiale e due tappe della Vuelta, l'auspicio non perse vigore, ma l'anno successivo pur prodigo di successi in diverse corse minori, col solo GP delle Nazioni a far da eco di spessore, raffreddò le speranze. Ed invece, il 1988, dopo aver vinto corse di maggior livello, portò Charly a trovare nell'Italia una terra amica, grazie al successo dapprima nel Giro del Lazio, indi proprio in quel Giro di Lombardia che parve consacrarlo come un corridore possibile per le classiche. La carriera di Mottet però, non decollò ulteriormente e le sue stagioni si consumarono a buoni livelli, ma mai da grande. Rivinse il Giro del Lazio nel 1989, diverse corse a tappe contenute in una settimana, ma comunque di spessore, come il Dauphiné Liberé (1989-'92), il Giro di Romandia '90, la 4 Giorni di Dunkerque '91, il Giro del Mediterraneo '93, nonché tappe al Giro, al Tour e in altre corse a frazioni. In totale una cinquantina di successi, più o meno in linea con quanto poteva raggiungere il suo talento.
Articolo inviato da: Maurizio Ricci (Morris)
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