Vicenza-Bionde

Era settembre 1945. Bastava girare lo sguardo e dovunque apparivano i segni della guerra finita da pochi mesi: case bombardate o mitragliate, ponti distrutti, e in migliaia e migliaia di cuori un peso di assenze e attese per chi non era ancora tornato. L'idea di organizzare la Vicenza-Bionde nacque come una sfida., era il primo autunno di pace, e una corsa era pur sempre un simbolo di pace. Nacque così una corsa che sarebbe diventata, nel corso degli anni, una delle più prestigiose gare del ciclismo dilettantistico veneto e nazionale.
Agli albori, questa gara sembrava uno dei tanti circuiti organizzati nei paesi e nelle frazioni per animare la festa del patrono o la fiera, da gente che aveva fretta di tornare alla normalità dopo la parentesi bellica. Il ciclismo, a quei tempi, grazie al dualismo Coppi-Bartali, attirava su di sè l'attenzione della maggior parte degli sportivi. Ritornati dai vari fronti, molti atleti, anche a livello dilettantistico, salirono sulla bicicletta e ricominciarono a gareggiare.
Come il nogarese Arduino Clementi, classe 1920, reduce dalla tragica campagna di Russia, che è stato uno dei protagonisti delle prime Vicenza-Bionde e, con 55 vittorie in carriera, uno dei più forti dilettanti del Basso Veronese di sempre.
Fino al 1950 la gara si svolgeva sulle strade secondarie dei paesi e delle frazioni vicino a Bionde e si chiamava "Coppa Teder"; solamente in seguito, con la partenza da Vicenza, assunse il nome attuale. Clementi ha corso le prime sei edizioni, ottenendo due vittorie (1948 e 1949); un terzo posto (1946) e due quarti (1947 e 1951), quando la maggior parte delle strade non erano ancora asfaltate e i corridori, in caso di forature o guai meccanici, dovevano arrangiarsi.
Un ricordo particolare va alla gara del 1950, che era valevole come prova unica del campionato regionale. La neve, la pioggia e il vento, accompagnarono i corridori dall'inizio alla fine e trasformarono la corsa in un calvario: basti pensare che su 217 partenti ne arrivarono al traguardo solo una dozzina. Molti corridori stremati dal freddo, trovarono riparo nelle stalle e nelle case che costeggiavano il percorso e anche Clementi, a pochi chilometri dal traguardo, quando passò davanti a casa sua, a Calcinaro, fece lo stesso. La gara si concluse con grande ritardo sulla tabella di marcia e la popolazione di Bionde si prodigò per assistere i corridori, bagnati fradici e sporchi di fango.
Da quell'anno la Vicenza-Bionde gettò le basi per diventare la realtà che oggi conosciamo. Tra i nomi importanti che l'hanno vinta figurano: Cleto Maule (1952), Mario Tosato (1954), Adriano Durante (1961) e, nell'epoca più recente, Daniele Caroli (1981), Mario Chiesa (1985), Endrio Leoni (1989) e Davide Casarotto (1995).
Oltre alla doppietta di Clementi, Savino Accordi (1949), Renato Giusti (1957 e 1958), Emidio Bedendo (1971 e 1972) e Maurizio Bonizzato (1983) sono stati gli atleti del Basso veronese che hanno scritto il proprio nome nell'albo d'oro di questa corsa. Dal 1980 la Vicenza-Bionde può fregiarsi del titolo di gara internazionale e da allora è cominciato un periodo esaltante, con la partecipazione delle più titolate formazioni dilettantistiche nazionali e straniere.
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