Storia di Davide Boifava

Debuttante di lusso nel '69 pareva destinato a quelle grosse affermazioni che guai fisici (in particolare il dolore a un tendine) gli hanno vietato. Nella sua prima stagione da professionista, infatti, non solo indossò la maglia rosa e quella tricolore di campione dell'inseguimento, ma vinse pure la tappa del Giro d'Italia a Mirandola, il Giro del Lussemburgo, una prova del Trofeo Cougnet sul Pian de la Fioba e l'Arcore-Asnago a cronometro. In seguito solo qualche colpo andò a segno come quelli nel Giro di Romagna '70, nella crono del Giro '71 da Serniga a Salò e nel Trofeo Matteotti '72. Poi sopraggiunsero quei malanni che non solo gli impedirono di svolgere una normale attività ma che furono pure la causa di serie preoccupazioni e cure specialistiche in diverse parti d'Europa. Passato direttamente dalla bicicletta all'ammiraglia varando l'Inoxpran nel 1979 e poi abbinandosi alla Carrera, ha sovvertito integralmente l'opinione che si aveva di lui trasformandosi da corridore incerto e insicuro in direttore sportivo abilissimo sia nella scelta degli uomini che nella guida della squadra. Sono così arrivate, anno dopo anno, affermazioni sempre più prestigiose con Battaglin, Visentini, Bontempi, Leali, Roche, Chiappucci e Bartoli.
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