René Strehler

Nato a Affoltern am Albis (Svizzera), il 13 aprile 1934, Strehler è stato un talento tanto precoce quanto incostante, forte sul passo e adattabile, se ispirato, ai percorsi più difficili, quindi capace, all'occorrenza, di tenere anche in salita. Un tipo davvero particolare per la facilità con la quale si esibiva sia su strada che su pista, ma pure per la sua facilità a perdersi in condotte non degne delle sue qualità, se non in vera e propria abulia. Ne nacque un'incostanza che ha fortemente limitato il curriculum di Rene, il quale, spinto dai suoi alti e bassi, finì ben presto per trasformarsi in un corridore molto casalingo.
Si segnalò diciottenne, quando trascinò il quartetto svizzero sulla mitica pista dell'Oerlikon di Zurigo, al record mondiale sulla distanza dei quattro chilometri. Passò professionista (e per un certo periodo approfittò della doppia licenza) già nel 1955, cogliendo subito un gran successo su strada, il Giro della Svizzera Romanda, dove batté Ugo Koblet. In Svizzera, il fatto fece molto clamore e chi pensava ad un colpo di fortuna, ebbe subito occasione di ricredersi, perché nel Tour de Suisse, qualche settimana dopo, Strehler vinse una tappa e fu protagonista nelle frazioni meno impegnative.
Sull'onda dei successi su strada si presentò ai campionati mondiali su pista al Vigorelli di Milano, schierandosi nell'inseguimento. Arrivò alla finalissima dopo aver battuto fior di inseguitori e qui venne sconfitto, non senza affanni, dall'allora numero uno, l'italiano Guido Messina.
Nel 1956, fecero capolino le sue "amnesie": vinse tre tappe al Giro di Svizzera, si piazzò in altre due, ma finì lontano in classifica. Con Koblet e Graf, vinse poi il G.P. d'Europa-Coppa Sarom a Ravenna, e quella fu una delle sue rare e significative prestazioni oltre i confini svizzeri. Nel 1956, '57, '58 e '59 le sue performance scesero assai, solo qualche piazzamento sempre in Svizzera, giusto per far capire che c'era. Nel '60 tornò a ruggire, in maniera tanto inaspettata, quanto sincronica al personaggio. Vinse la Ginevra-Berna, il Giro del Nord Ovest, il Criterium di Berna e si laureò campione svizzero.
Un poker che lasciava intendere nuova concentrazione? Manco per idea, e dopo un '61 con qualche piazzamento, nell'aprile del '62, allo scoccare dei ventotto anni, lasciò il ciclismo.
Articolo inviato da: Maurizio Ricci (Morris)
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