Storia di Vito Favero

Nativo di Sarmede, iniziò a pedalare per lavoro: faceva infatti il muratore a Conegliano. All'età di diciannove anni prese parte ad una corsa per non tesserati a San Pietro di Feletto, classificandosi secondo. Prima di passare professionista nel 1956 trascorse quindi un anno e mezzo nel corpo degli alpini.
Ha legato il suo nome al Tour de France del 1958, nel quale, partito come gregario di Gastone Nencini nella Nazionale italiana diretta da Alfredo Binda, si classificò sorprendentemente secondo dietro al lussemburghese Charly Gaul, con soli 3 minuti e 10 secondi di distacco. In quella corsa conquistò la maglia gialla nella tappa pirenaica da Pau a Luchon, la tenne quattro giorni, la perdette e la riconquistò, per poi riperderla definitivamente nella cronometro di Digione del penultimo giorno, vinta proprio da Gaul. Complessivamente vestì il simbolo del primato per sei giorni.
Nel Tour del 1959 vinse la tappa di Namur e poi si ritirò, così come nel 1961. Nel Giro d'Italia si dovette accontentare di due vittorie di tappa: la Pescara-Napoli nel 1957 e la Genova-Torino nel 1959. Completano il suo palmarès il Criterium di Ginevra e il Criterium di Montron, nel 1958, la tappa di Nuoro del Giro di Sardegna nel 1959 e, nello stesso anno, due tappe nella Parigi-Nizza e il Criterium di Nantes, l'ultima sua vittoria.
Indossò la maglia azzurra una sola volta, nel 1958, arrivando quarto nel Campionato del mondo su strada di Reims vinto da Ercole Baldini. In quell'occasione condivise la camera con Fausto Coppi, all'ultima partecipazione alla prova iridata. Abbandonò l'attività agonistica nel 1962.
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