Storia di Enrico Maggioni

Enrico Maggioni, comasco di Missaglia, dopo una bella serie di affermazioni come dilettante passa professionista nel '69. Dimostra subito di essere un tipo intraprendente, uno di quei giovani che si fanno apprezzare per loro qualità di attaccanti. L'inizio è promettente: all'esordio è 17° al Giro d'Italia, l'anno successivo 13° e 15° nel '71. Nel '73 arrivano le prime vittorie: Giro di Sicilia e il circuito di Vighizzolo ma successivamente a causa di un grave infortunio alla schiena è costretto ad operarsi. Risale in bici ma si ritrova con una gamba che non regge gli sforzi, un vero handicap per il suo rendimento; seguono giornate di tristezza e di risultati che non arrivano. A trent'anni è così costretto ad abbandonare l'attività agonistica con due sole vittorie all'attivo e alcuni piazzamenti di rilievo e basta, meno, molto meno di quanto era logico attendersi.
Ciclisticamente parlando Maggioni può dire di non essere stato protetto dalla buona stella, però un uomo come lui, un combattente del suo stampo era destinato, in un modo o nell'altro, a lasciare un'impronta nello sport della bicicletta. Eccolo, infatti, nelle vesti di direttore sportivo che in sette anni conquista 400 vittorie in campo dilettantistico guidando elementi che diventeranno dei validi professionisti come Chiappucci, Bombini, Pagnin e tanti altri.
Nel '98 il grande salto, l'ingresso nella massima categoria dove per tre stagioni è al comando della Vini Caldirola. Poi la Tacconi e quindi la qualifica di general manager della Vini Caldirola di Garzelli.
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