Storia di Hendrik Gerardes Jozef Zoetemelk

Campione della perseveranza, ma campione autentico. Tre date danno la misura della sua grandezza. Il 22 maggio 1974 per una caduta in volata nell'arrivo a Valras del Midi Libre riporta un trauma cranico e meningite purulenta: pare condannato e la sofferenza è tale che cerca, fortunatamente invano, di suicidarsi perché non resiste al dolore ed anche quando si riprende come uomo non sembra però in grado di tornare a correre. Man non si rassegna e nel '75 riprende. Nell'80, alla decima partecipazione, vince il Tour de France. Nell'85, alla tredicesima presenza, vince il Campionato del Mondo. Se si considera che da dilettante era già un asso avendo vinto la 100 chilometri a squadre alle Olimpiadi di Città del Messico (con Den Hertog, Pijnen e Krekels) nel '68, ed essendosi imposto nel '69 (oltre che in altre prove a tappe) nel Tour de l'Avenir; che nell'ultima stagione da professionista (a 41 anni!) ha vinto una classica, l'Amstel Gold Race; e che i suoi successi sono stati quasi 200 non si può che riconoscere la grandezza di questo corridore così poco popolare, anzi addirittura osteggiato dalla critica e dai tifosi (specialmente da quelli di Merckx), per il suo comportamento troppo riservato, la sua mancanza di spirito d'iniziativa che aveva fatto dire ad Ocana: "Chiedere a Zoetemelk di attaccare è come ordinare a un paralitico di camminare". Ma Joop rispondeva: "Ognuno corre secondo i suoi mezzi". Ed era modesto al punto di dire del grande Merckx: "Riuscire a resistergli è già una prodezza". Per questo i suoi secondi posti lo rallegravano e nel Tour de France ne ha ottenuti addirittura sei.
Olandese trapiantato in Francia la prova più importante era proprio la "Grande Boucle", e per il Tour ha davvero prodigato tante energie: è stato 2° nel '70 e '71 (dopo Merckx), nel '76 (dopo Van Impe), nel '78, '79 e nell'82 (dopo Hinault). Sedici Tour e tutti portati a termine.
Che la sua vittoria, a 39 anni, nel Campionato del Mondo non sia stato un caso lo dimostrano i piazzamenti: 21° nel '71, 5° nel '72, '73, '75, 4° nel '76, 26° nel '77, 6° nel '78, 16° nel '79, 21° nell'81, 4° nell'82, 38° nell'83, 10° nell'84, 1° nell'85 e 52° nell'86.
Il suo palmares stabilisce che pochi altri campioni hanno avuto il pregio di essere stati così forti e completi, sia nelle corse di un giorno che in quelle a tappe; unica lacuna non aver mai partecipato al Giro d'Italia.
Perciò "Joop il succhiaruote" ha diritto a un posto fra i grandi di sempre.
Articolo inviato da: Paolo Mannini (Firenze)
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