Storia di Jacques Anquetil

Nato nei pressi di Rouen nel 1934, Anquetil è stato un campione non molto amato dalle folle, per il suo carattere schivo e per la meticolosa precisione delle sue vittorie. "Maitre Jacques" ha il vanto di poter essere considerato come il più forte cronoman che mai sia esistito. Dal giorno in cui, indipendente diciannovenne, sollecitato da Charles Pélissier e da Gaston Benac partecipò al Gp delle Nazioni (140 km a cronometro) e vinse con 6' di vantaggio, ha fatto man bassa delle più dure e difficili sfide contro il tempo.
Ha vinto ben 68 prove contro il tempo e questo strapotere è stato alla base di molte delle 26 vittorie in gare a tappe che fanno parte del suo palmares.
Il primo Tour de France lo vinse a 23 anni, con un distacco di un quarto d'ora sul secondo. È stato il primo corridore ad avere vinto i Giri di Spagna, Italia e Francia.
Ed è stata appunto questa sua specializzazione che lo ha frenato nella ricerca delle vittorie nelle classiche: non si aggiudicò mai una Milano-Sanremo, una Parigi-Roubaix, né un Giro di Lombardia. Solo Gand-Wevelgem, Liegi-Bastogne-Liegi e Bordeaux-Paris fanno spicco nel suo palmares. Vale la pena di segnalare come la Bordeaux-Paris sia legata a uno dei massimi exploit di "Jacquot": se l'aggiudicò, alla grande, 24 ore dopo aver concluso da dominatore una dura corsa a tappe come il Giro del Delfinato dall'altra parte della Francia. Il "fanciullo prodigio" di Normandia ha avuto il vanto di aver osato sfidare nientemeno che il suo idolo Fausto Coppi attaccando il record dell'ora del Campionissimo nel 1955. Fallì il primo assalto, ma l'anno dopo si prese la rivincità e con km 46,159 diventò il primatista dell'ora. Verso la fine della carriera, dopo che Baldini e Rivière avevano fatto meglio di lui, volle cimentarsi di nuovo e arrivò a compiere la distanza di km 47,493, ma non ottenne l'omologazione perchè non si presentò al controllo antidoping. Sotto questo aspetto, infatti, è stato un "ribelle" storico e ha sempre apertamente difeso il suo convincimento.
Avrebbe meritato, almeno, una maglia iridata: fu solo 2° nel 1966 dopo Altig, ma era già stato 5° nel 1954 a Solingen. Il suo grande rivale in Francia è stato Poulidor al quale sovente ha inflitto spietate mortificazioni. Conclusa la carriera, oltre a collaborazioni giornalistiche, ha svolto con puntiglio l'incarico di c.t. della nazionale francese ai mondiali. Il cancro ha spietatamente e prematuramente chiuso la sua vita movimentata e anticonvenzionale, che ha lasciato in molti ricordi indelebili.
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