Storia di Nino Defilippis

Finisseur con uno spunto di velocità micidiale, il "Cit", come era stato soprannominato, conservò sempre quello spirito battagliero che da dilettante gli aveva consentito di affermarsi nel Gran Premio Pirelli del '51. Divenuto professionista con la Legnano, passò successivamente alla Torpado e alla Bianchi, sempre per due stagioni, per poi gareggiare altri sei anni con i colori bianconeri della Carpano a partire dal '58: nelle due annate precedenti la marca torinese si era legata a Fausto Coppi dando vita alla Carpano-Coppi. Due titoli italiani ('60 e '62), il Lombardia del '58 e poi un pò tutte le classiche nazionali al suo attivo. All'estero una doppia delusione nel '61: 2° ai mondiali di Berna, battuto in volata da Rik Van Looy sul quale aveva fatto tutta la sua corsa, e 2° dietro Simpson nel Giro delle Fiandre. Quasi sempre protagonista nei 13 Giri d'Italia, con 9 tappe vinte e miglior piazzamento finale nel '62, 3° dietro l'altro piemontese, il regolarista Balmamion, e Massignan.
Al suo attivo, anche 4 Tour de France con un debutto eccellente nel '56: quinto posto finale e 3 successi parziali, il più bello dei quali colto proprio a casa sua, a Torino, dove la corsa venne accolta trionfalmente. L'anno successivo fu 7° con due successi parziali. Sempre nel '56 alla Vuelta di Spagna conquistò a sorpresa il Gran Premio della Montagna, completando il trionfo della Bianchi visto che il successo finale andò ad Angelo Conterno.
Alla fine del 1964 si ritira dall'attività agonistica. Ma rimane nell'ambiente e all'inizio degli anni settanta diventa commissario tecnico della nazionale ai mondiali, guidando Gimondi nel '73 a Barcellona alla conquista della maglia iridata.
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