Storia di Emile Daems

Sette anni appena da professionista hanno consentito a questo atleta di taglia piccola ma di grandissimo carattere e assolutamente veloce e brillante di lasciare il segno nel ciclismo belga e internazionale.
Buona la carriera da dilettante e da indipendente (come tale vinse nel '59 il Giro delle Fiandre), ma già dalla seconda stagione da professionista si segnalò conquistando il successo nel Giro di Lombardia che per la prima volta affrontava il celebre "muro" di Sormano. L'anno successivo vinse il Giro di Sardegna; ma fu soprattutto nel '62 che Daems si fece valere, imponendosi subito nella Milano-Sanremo e vincendo tre tappe al Tour de France, concluso in 14° posizione. Proprio in questa edizione del Tour, a dimostrazione delle sue qualità, il belga conquistò la vittoria nella tappa di Briancon, dopo aver scalato il Col di Restefond, il Vars e l'Izoard. A fine stagione fu 2° nel Superprestige.
Il carattere del personaggio era venuto fuori quasi subito: nel '60 era stato l'unico della nazionale belga a non accettare di mettersi a completa disposizione di Rik Van Looy in occasione del mondiale al Sachsenring, poi vinto dal tre volte iridato. Su quel tracciato si era aggiudicato tre anni prima una prova da dilettante e intendeva giocarsi le sue carte. La cosa, naturalmente, non andò giù a Van Looy, il quale la fece poi pagare a Daems battendolo nella Roubaix del '62. Il piccolo Emile, però, si rifece ripagando Van Looy della stessa moneta e invertendo l'ordine d'arrivo l'anno successivo a Roubaix. Una grave caduta durante la Sei Giorni di Bruxelles del '65 pose fine alla sua carriera. Suo figlio Corneille (nato nel 1962) è stato professionista dal 1986 al 1993 dopo essere stato buon dilettante.
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