Alfredo Binda non è invitato al Giro d'Italia 1930 per manifesta superiorità

Nel 1930 gli organizzatori del Giro d'Italia, giunto alla 18° edizione, invitano la sua squadra, la Legnano, ma senza di lui.
Emilio Colombo, direttore della Gazzetta dello Sport, prima della partenza aveva contattato il comm. Bozzi, responsabile della Legnano e lo aveva supplicato di non mandarlo a disputare il Giro.
Secondo Colombo gli organizzatori erano stati costretti a prendere questa decisione perchè, a loro parere, la sua presenza gli rovinava la corsa: le vittorie a ripetizione nelle ultime edizioni erano la prova che non lasciava spazio a nessuno, relegando tutti a semplici comprimari e molti giovani emergenti non avrebbero preso parte alla corsa se fosse stato presente.
Colombo aveva inoltre detto al comm. Bozzi che l'abitudine di Binda a stravincere non faceva un buon servizio pubblicitario alla Legnano. Così Bozzi convinto da Colombo decise di lasciarlo a casa e Binda si recò dal direttore della Gazzetta dello Sport per avanzare le sue legittime proteste. Emilio Colombo si aspettava questa reazione ed era preparato. Ascoltò le lamentele, che riteneva giustissime, ma che non poteva condividere per amore dello sport; aveva comunque dichiarato la sua disponibilità a sanare il danno che derivava dall'esclusione.
Pertanto fatti i calcoli delle ipotetiche vittorie di tappa, della classifica generale e dal premio della casa gli offrì 22.500 lire.
Alla fine per Binda l'esclusione dal Giro si rivelò un vero affare perchè, libero da impegni, si potè recare all'estero a gareggiare ogni domenica su tutte le piste, esibizioni che rendevano bene.
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