30 agosto 1981 - World Championship - Praga (TCH)

Il ricordo del mondiale di Ostuni è già lontano nel tempo ma torna prepotentemente attuale al termine del mondiale di Praga del 1981. Allora come adesso l'eclettico fiammingo Freddy Maertens gioca nuovamente un brutto scherzo ad un corridore italiano. Nel 1976 era stato Moser ad inchinarsi, ora lo deve fare Saronni, battuto in un volatone di trenta corridori dal fortissimo belga.
Si corre sul grande parco alla periferia di Praga su un circuito lungo 12 chilometri con ampi saliscendi, infinitamente più facili di quelli di Sallanches dell'anno prima. Alfredo Martini manda all'arrembaggio una squadra molto compatta, formata da Amadori, Baronchelli, Battaglin, Contini, Gavazzi, Loro, Masciarelli, Moser, Panizza, Saronni, Torelli e Vandi. Gli italiani terranno sotto controllo tutta la gara con la sola eccezione dello sprint finale che ci costa il titolo. Non è una gran corsa, forse per le troppe marcature e anche per il percorso abbastanza facile. Il ritmo è lento anche perché molti dei partecipanti prevedono il classico arrivo in volata. Hinault prova le gambe al quinto giro con Gavazzi e Lejarreta che però gli piombano subito addosso. Tutto tace per altri sette giri quando alla dodicesima tornata un plotoncino con 12 uomini si stacca; ci sono dentro Gavazzi, Battaglin e Van Springel ma il gruppo decide in fretta che è meglio non concedere troppa confidenza a questi fuggitivi riprendendoli in poco tempo. Baronchelli ora è molto attivo, prova un paio di volte ad andare via ma il gruppo fa l'elastico tenendo sotto controllo qualsiasi fuga. E così si arriva alla volata finale. Baronchelli pilota Saronni e ai duecento metri gli lascia strada, Hinault segue Saronni tanto per una questione di prestigio. Saronni è ancora primo ma ai cinquanta metri esce fuori Maertens che brucia tutti con una zampata che ricorda quella di cinque anni prima a Ostuni. Il belga è per la seconda volta campione del mondo, meglio di lui solo Binda, Merckx e Van Steenbergen con tre successi, come lui Geroges Ronsse, Alberic Schotte e Rik Van Looy.
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