World Championship

Corsa prestigiosa e leggendaria, viene disputata su percorsi che cambiano a seconda della città organizzatrice e premia il vincitore con la maglia iridata da indossare per tutta la stagione successiva. Da sempre si corre per squadre nazionali selezionate da un commissario tecnico nominato dalla federazione di appartenenza. Campioni normalmente divisi da accese rivalità, devono unirsi e servire la causa comune. Atleti leader nelle proprie squadre sono spesso costretti a cambiare di ruolo o addirittura ad agire da gregari. Talvolta la necessaria intesa viene meno, favorendo le squadre più affiatate dal punto di vista sportivo.
La proposta di istituire i campionati del mondo venne avanzata dai rappresentanti italiani al Congresso Internazionale del Ciclismo nel 1920. L'idea di una nuova competizione destò non poche perplessità perché non si riteneva possibile, e molti commentatori lo ritengono tuttora, assegnare un titolo mondiale dopo una sola gara in linea.
Il primo Campionato del Mondo di Ciclismo su Strada per professionisti si disputò nell'estate del 1927 al Nurburgring, circuito dedicato all'automobilismo. Quattro italiani si aggiudicarono i primi quattro posti della classifica, con Alfredo Binda campione del mondo davanti a Girardengo, Piemontesi e Belloni. Un risultato storico mai più eguagliato dai nostri colori. Binda negli anni successivi s'imporrà in altre due edizioni, ottenendo il record di vittorie per un corridore italiano.
Gli anni Trenta e Quaranta furono testimoni dello strapotere dei velocisti fiamminghi, su percorsi fin troppo adatti agli specialisti dello sprint. L'unica vittoria italiana del periodo andò a Learco Guerra, che nel 1931 si aggiudicò una gara svolta, per la prima ed unica volta, a cronometro.
Bisogna aspettare il 1953 per vedere il trionfo di un altro italiano: Fausto Coppi . A Lugano il "Campionissimo" staccò tutti sulla salita della Crespera arrivando solo al traguardo e interrompendo le vittorie di velocisti come Rik Van Steenbergen (primo per tre volte) e Rik Van Looy (autore di una doppietta). Nel 1959 Ercole Baldini, lanciato da Coppi, fece il vuoto e giunse solo sul traguardo di Reims.

Nel 1968 a Imola, a conclusione di una lunga fuga solitaria, trionfò Vittorio Adorni . Gli anni successivi si disputarono nel segno di Eddy Merckx. Vincitore di tre edizioni, il "Cannibale" sfiorò il successo anche in altre occasioni, quando venne battuto da corridori italiani: Marino Basso a Gap nel 1972 e Felice Gimondi a Barcellona nel 1973. San Cristobal del Venezuela, nel 1977 quando la carriera del belga era ormai in declino, vinse a sorpresa il giovane Francesco Moser, che l'anno successivo sarà costretto a cedere il titolo in volata (per dieci centimetri) all'olandese Kneteman.
Il grande campione del periodo fu Freddy Maertens, vincitore (battendo Moser) a Ostuni nel 1976 e a Praga (su Saronni) nel 1981. Straordinaria la vittoria di Giuseppe Saronni sul circuito di Goodwood nel 1982: quando sembrava ormai fuori dalla volata, con una progressione micidiale in leggera salita, anticipò nettamente gli avversari sul traguardo.
La storia dei campionati mondiali negli anni Ottanta non fu caratterizzata da un solo grande campione ma da numerosi validi corridori: Greg Lemond, Stephen Roche e anche l'italiano Moreno Argentin. Più volte piazzato, il corridore veneto si riuscì ad aggiudicare nel 1986 i mondiali di Colorado Springs.
Alcuni anni dopo venne eguagliato da Maurizio Fondriest sul percorso di Renaix: il trentino vinse la corsa sfruttando la rovinosa caduta allo sprint di Bauer e Criquielion. Il 1990 e 1991 furono le annate del monzese Gianni Bugno, unico italiano della storia a vincere due edizioni del mondiale consecutive. Nel 1991, dopo essere arrivato secondo al Tour de France, si prese una rivincita imponendosi sul traguardo di Stoccarda davanti a Rooks e proprio a Miguel Indurain. L'anno successivo a Benidorm, Bugno sconfisse in volata due campioni come il francese Laurent Jalabert e il russo Dimitry Konyshev.
Nel 1994, in Italia, vittoria del francese Leblanc davanti a Claudio Chiappucci, mentre l'anno successivo trionfo spagnolo in Colombia con Olano (1°) e Indurain.
Dopo la vittoria di Museeuw nel 1996, gli anni successivi il Mondiale è stato vinto da outsiders che non sempre poi si sono confermati ad alto livello. Nel 1997 il francese Brochard, nel 1998 lo svizzero Camenzind, nel 1999 lo spagnolo Freire (quasi sconosciuto al grande pubblico). Anche l'edizione del 2000 ha visto la vittoria a sorpresa del lettone Vainstein, che non era certo tra i favoriti della vigilia. Nel 2001, sulle strade di Lisbona, lo spagnolo Freire si laurea per la seconda volta campione del mondo battendo in un'entusiasmante volata l'italiano Paolo Bettini. Finalmente nel 2002, a Zolder, la vittoria torna all'Italia, grazie a una strepitosa volata del re dei velocisti Mario Cipollini. Il dominio spagnolo però continua e prima Astarloa (2003) e poi ancora Freire (2004) lanciano la Spagna in vista dell'edizione 2005 in terra iberica (Madrid).
Con la terza vittoria Freire entra nella leggenda accanto ai grandissimi Binda, Van Steenbergen ed Eddy Merckx.
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