30 marzo 1930 - Milano-Sanremo

Sotto una pioggerellina sottile si mette in moto un folto gruppo. Poco da segnalare fino a Ovada se non una maxicaduta a Binasco e un attacco del "Carneade" di turno Di Blasi. Tutti gli sguardi e le attenzioni sono puntati sui due grandi rivali, trionfatori delle due ultime edizioni. Sui primi contrafforti del Turchino si costituisce un primo nucleo di attaccanti seri. E' composto da Bertoni, Frascarelli, Negrini, Di Paco, Giacobbe, Grandi, Pesenti, Gestri, Marchisio, Caimmi, Piemontesi, Linari, Crippa, Gaioni, Mara, Battesini, Carrara, Fossati, Bianchi, Girardengo e i due fratelli Binda. Inizia la guerra dei nervi: Girardengo va a tirare e Binda lo segue; Gira rallenta e Binda a sua volta va adagio; Gira si ferma per controllare la sua macchina e anche Binda fa una breve sosta. Intanto sulla vetta passano per primi Negrini, Piemontesi e Giacobbe i quali al di la del tunnel trovano un pallido sole. Il gruppo si seleziona in discesa e si ricompatta in quel di Arenzano. C'è poi da segnalare una caduta che coinvolge Girardengo e Di Paco, caduta che mette le ali ai piedi a Binda che a sua volta cade all'ingresso di Varazze. La gravità delle ferite riportate e lo stato di sconforto tagliano le gambe al varesino che si vede anche sorpassato dallo storico rivale in piena rimonta. Davanti intanto, prendono il largo in tre Negrini, Marchisio e Giacobbe che a Celle Ligure hanno più di un minuto nei confronti di Fossati, Frascarelli, Grandi, Mara e Guerra, inseguiti a poche centinaia di metri da una scatenato Girardengo che suscita l'entusiasmo dei suoi tifosi e che capisce e spera di avere la corsa in pugno.
Infatti mentre lui si riporta nel gruppetto inseguitore, Binda, depresso e svogliato, subisce l'ingiuria di un paio di forature e si ritira a Spotorno. Intanto davanti assistiamo ad un ricompattamento e a Loano la situazione è la seguente: in testa c'è Girardengo, Grandi, Proserpio, Fossati, Mara, Giacobbe, Negrini, Marchisio, Guerra, Piemontesi e Caimmi, vale a dire quasi tutta la Maino che lavora compatta per regalare a Girardengo un fantastico insperato "sette bello". Manca all'appello il solo Frascarelli che, in un contatto con una vettura del seguito, ha la peggio e si ritira. L'andatura non proibitiva e la scampata minaccia di Binda che tranquillizza in pieno Girardengo, permette a Di Paco, Battesini e Vitali di rientrare a loro volta sui fuggitivi, nei pressi di Diano Marina. Sulle svolte di Capo Berta, un Giacobbe e un Michele Mara in condizioni di freschezza invidiabili, mettono in difficoltà tutti gli altri, salvo poi venire ripresi nella successiva discesa. Ormai si attende l'epilogo della grande e combattutissima corsa. Guerra ha l'ordine di tirare la volata partendo lungo e Di Paco dovrebbe subentrare in seconda battuta, ma Mara, Caimmi e Piemomtesi, per nulla intimoriti dai rivali della Maino, recuperano e ai cento metri hanno già lo sprint in mano; si tratta di definire i gradini del podio mentre gli altri lottano per i piazzamenti che contano meno. Girardengo, ostacolato da un guasto meccanico e un pò appesantito dagli sforzi e dall'età, deve cedere alla freschezza dei giovani avversari.

tratto da:
C'era una volta la Milano-Sanremo, Carlo Delfino, Grafica D.G.S., Varazze, 1999
©2002-2023 Museo del Ciclismo Associazione Culturale ONLUS - C.F.94259220484 - info@museociclismo.it - Tutti i diritti riservati

I dati inseriti in archivio sono il risultato di una ricerca bibliografica e storiografica di Paolo Mannini (curatore dell'Archivio). Le fonti utilizzate sono svariate (giornali, libri, enciclopedie, siti internet, archivi digitali e frequentazioni sui vari Forum inerenti il ciclismo). Chiunque desideri contribuire alla raccolta dei dati, aggiunta di materiale da pubblicare o alla correzione di errori può farlo mettendosi in contatto con Paolo Mannini o con la Redazione.

Preferenze Cookies - Privacy Policy