26 marzo 1933 - Milano-Sanremo

La partenza alle sette meno dieci con tempo freddo e nuvoloso. L'andatura è subito elevata e ci sono da segnalare i tentativi di Facciani, Fayolle e del campione olimpico Pavesi. Poi è la volta di Medri e Mammina. Poi Piemontesi e Buchi. A Pontecurone il gruppo è di nuovo compatto ma alcuni chilometri dopo scatta Bovet che transita da Tortona con più di un minuto di vantaggio su Giacobbe, Pavesi, Bergamaschi, Lolli e Cozzani. Bovet subisce una prima foratura e gli inseguitori gli sono addosso, anzi lo superano e insistono nell'azione. A Ovada hanno quasi tre minuti sul gruppo e i cronometristi annunciano che la media di corsa è prossima ai trentotto all'ora. Il ricongiungimento col gruppo comprendente tutti i migliori avviene a Campo Ligure. Sul Turchino si mettono in luce Di Paco, Guerra, e Bertoni seguiti da Camusso, Rinaldi e Moretti. A Voltri giungono insieme Camusso, Di Paco, Guerra e Rimoldi; dietro, frazionati in gruppetti tutti gli altri favoriti. Binda però non ci sta, e dopo Colletta e Piani d'Invrea percorsi a grande andatura ritroviamo in testa un manipolo composto da Geyer, Bovet, Camusso, Erba, Guerra, Altenburger, Binda, Rimoldi, Di Paco e Moretti. Dopo Savona, Erba e Camusso perdono contatto mentre Bovet e Di Paco devono faticare parecchio per rientrare in seguito ad una foratura. Qualche corridore di seconda schiera cede poco dopo. Prima dei Capi restano così in sette: Binda, Guerra, Di Paco, Bovet, Rimoldi, Altenburger e Geyer. Su Capo Cervo Bovet tenta il colpaccio ma gli avversari fanno buona guardia. Identica sorte capita a Guerra che tenta un allungo su Capo Berta. I sette non si scollano e cominciano a pensare agli ultimi chilometri per una probabile volata finale. Ma ecco il colpo di scena. Poco prima di San Lorenzo, i due compagni di squadra Binda e Di Paco confabulano tra di loro per studiare la tattica, ma si avvicinano troppo e si arrotano. Di Paco ha la peggio ma anche Binda, pur senza danni fisici, non riesce a riprendere in tempo la corsa a causa della rottura di una ruota. Bovet, Guerra, Rimoldi, Altenburger e Geyer sfruttano l'occasione propizia e filano di comune accordo verso il traguardo. Ai duecento metri Guerra è già in testa e vince abbastanza agevolmente, nonostante gli sforzi generosi di Bovet per rimontarlo.

tratto da:
C'era una volta la Milano-Sanremo, Carlo Delfino, Grafica D.G.S., Varazze, 1999
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