25 marzo 1928 - Milano-Sanremo

Più di cento partenti si danno appuntamento sotto una pioggia diluviale. Le strade sono orribili e ciò determina una media molto bassa. A Novi Ligure il gruppo è ancora compatto. La salita del Turchino diventa penosa perché la pioggia sciogliendo la neve ancora copiosa ai bordi della strada crea un autentico pantano. A Rossiglione è Chesi che tenta la fuga ma stavolta il gruppo non gli lascia spazio. Dopo Masone, Girardengo decide di dare uno scrollone al gruppo, ma Binda parte in contropiede e giunge per primo sul valico seguito a poche decine di metri da Girardengo stesso e poi da Giacobbe, Negrini, Fossati, Albino Binda, Bestetti, Catalani, Chesi, Oliveri Alfred (oriundo francese, nipote del vecchio Giuseppe Oliveri), e Martinetto. Ad Arenzano troviamo in testa un quartetto formato da Negrini, Oliveri, Girardengo e Binda. Dopo il rifornimento rinvengono sui primi anche Giacobbe, Brunero e Bestetti. Sui Piani d'Invrea, Oliveri cede; a Spotorno, Negrini fora ma riesce a rientrare portandosi a ruota Aimo, Chesi, e Martinetto. Poco dopo rientra anche Di Paco che ben presto, però, romperà una pedivella (pedalerà gli ultimi chilometri con una gamba sola arrivando sedicesimo a più di venti minuti). Nel frattempo l'acqua cade copiosa e le forze si assottigliano, infatti sui Capi avviene la stretta finale. C'è grande battaglia e le figure di secondo piano cedono di schianto. Su Capo Berta Binda si invola e Negrini passa a duecento metri con Gira poco distante. I due della Maino collaborano inseguendo, ma a Santo Stefano al Mare, Negrini alza bandiera bianca. Binda ha circa due minuti di vantaggio ma è vittima di una scivolata e poi accusa un lieve ma improvviso cedimento (racconterà lui stesso, dovuto forse ad una congestione di stomaco). Girardengo allora rientra su di lui come una furia, tenta di passarlo in tromba ma la sorpresa non gli riesce. La decisione verrà lasciata allo sprint (secondo una testimonianza di Girardengo i due, addirittura, trovarono un accordo in soldini per accontentare anche lo sconfitto). Binda parte lungo ma il novese tiene la ruota per saltar fuori negli ultimi cinquanta metri e precedere di un paio di lunghezze il rivale. Dopo due minuti e mezzo Brunero (eterno piazzato) batte per il terzo posto un esausto Negrini che ha "tirato la carretta" per tutto il giorno, meritandosi gli elogi e l'eterna stima del Capitano che ottiene il record della sesta vittoria in questa corsa.

tratto da:
C'era una volta la Milano-Sanremo, Carlo Delfino, Grafica D.G.S., Varazze, 1999
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