29 marzo 1925 - Milano-Sanremo

La partecipazione di Bottecchia, sorprendente maglia gialla all'ultimo Tour de France, e la presenza dei suoi compagni di squadra Hillarion, Lacquehaye e Ville regalano motivi di interesse a questa edizione della Classicissima. Solo gli addetti ai lavori sanno che il campione friulano non è allenatissimo e pertanto non può assolutamente puntare alla vittoria, ma solo il fatto di esserci regala l'emozione della grande sfida.Quando si parte fa ancora freddo anche se la giornata promette di essere gradevole. A Pavia transita in testa il solito Mellera che però, poco dopo, deve alzare bandiera bianca per la rottura della bicicletta. Il gruppo procede stancamente ed è ostacolato dal vento di mare. A Ovada, dove da quest'anno è abolita la firma del controllo, transita compatto un gruppo di una quarantina di corridori. Nella salita del Turchino il fondo si presenta ghiaioso e sconnesso e molti entrano in crisi per la fatica. A due chilometri dalla cima, Girardengo tenta un allungo portandosi alla ruota il solito Giovannino Brunero, il rivale di sempre, che a stento riesce a tenere il passo. A una manciata di secondi ecco passare Dinale, Ciaccheri, Mainetti, Bottecchia, Bestetti, Cortesia e Linari che qualche chilometro prima ha rotto una ruota ed è poi rientrato non senza sforzo. Inoltre per regolamento dovrà consegnare il mozzo nelle mani degli ufficiali di gara al prossimo rifornimento controllo di Arenzano. Nella discesa del Turchino, Linari, Cortesia, e Bestetti agganciano il duo di testa formato, come abbiamo detto, da Brunero e Girardengo. E così i cinque giungono compatti al rifornimento controllo firma di Arenzano. Linari si attarda nella consegna del mozzo e quando riparte trova per strada, staccati, Cortesia e Bestetti che non avevano retto il ritmo dei due scatenati campioni su per la Colletta. Infatti il tandem a Varazze ha già due minuti che diventano quattro a Savona. La situazione tattica è la seguente: davanti tutto il peso della fuga grava sulle spalle di Girardengo perché Brunero, compagno di squadra di Linari, non tira sperando che il fiorentino, molto veloce in una eventuale volata (e c'era il precedente dell'anno scorso), rientri. Dietro invece è Bestetti, coequipier di Girardengo, a non collaborare perché sa che contro Brunero il suo capitano vincerebbe con una gamba sola e senza mani. Restando così le cose la fuga di Girardengo e Brunero va in porto. Onestamente e lealmente, Brunero fa il forcing su tutte le asperità ma non riesce a staccare il novese. Anche quando quest'ultimo, ad Oneglia, deve mettere il piede a terra per una foratura, Brunero, prossimo ad una crisi di fame, si guarda bene dall'attaccarlo, anzi rallenta mangiando qualcosa. La fuga del tandem piemontese va così all'arrivo in una volata senza storia e bisognerà aspettare parecchi minuti per veder comparire uno stravolto Linari tagliare il traguardo.

tratto da:
C'era una volta la Milano-Sanremo, Carlo Delfino, Grafica D.G.S., Varazze, 1999
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