3 aprile 1921 - Milano-Sanremo

E' presente al via una buona rappresentanza straniera e il gruppo confida in una discreta giornata visto che il cielo è poco nuvoloso e la tendenza è per il bello. Le due squadre favorite, vale a dire la Pirelli di Girardengo e Azzini e la Bianchi di Belloni e Pelissier tengono alta l'andatura fino ad Ovada dove si presenta un gruppo ancora abbastanza folto. Durante l'ascesa al Turchino la supremazia di Girardengo balza subito agli occhi. Il novese, senza dannarsi l'anima più di tanto, mette in lunga fila indiana il gruppo e cominciano a crearsi dei distacchi importanti. A Voltri un gruppetto di una dozzina di unità arriva pressoché compatto. La corsa si decide sui Piani d'Invrea dove, ad alcuni scatti decisi di Girardengo, rispondono solo in tre e si forma in testa un gruppetto composto da Girardengo stesso, il compagno di squadra Azzini e i due della Legnano: Sivocci, e Brunero. A Savona i quattro hanno due minuti di vantaggio su Gay, Galetti, Agostoni e Belloni; quattro minuti su Lucotti, Canepari, Thys e Henri Pelissier. La situazione di corsa è ideale perché i due capitani Girardengo e Brunero, hanno a disposizione un gregario a testa che si impegna allo spasimo per la buona riuscita della fuga e il vantaggio piano piano aumenta. Il gioco di squadra raccomanda anche che, verso il finale di corsa, le seconde linee partano a turno cercando di sorprendere i capitani rivali, ma il marcamento è così stretto che la selezione definitiva avviene soltanto sul Capo Berta, dove la maggior classe di Girardengo e Brunero fa la differenza. Gli ultimi chilometri non hanno storia e nella volata finale Girardengo, come da scontato pronostico, stacca di una decina di metri il bravo Brunero. Poi arrivano i fedeli gregari Azzini e Sivocci, a otto minuti Agostoni, Henri Pelissier e Canepari.

tratto da:
C'era una volta la Milano-Sanremo, Carlo Delfino, Grafica D.G.S., Varazze, 1999
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