25 marzo 1920 - Milano-Sanremo

Il cielo è coperto ma "il meteo" non prevede piogge. L'andatura è subito veloce. Quando fora Girardengo diventa velocissima e si creano subito fratture anche nel gruppo dei migliori. E' naturalmente la Bianchi, diretta magistralmente da quel vecchio marpione di Cavedini, che dà battaglia intenzionata a vendicare la brutta figura dell'anno precedente. Al controllo di Ovada giunge un primo gruppo formato da Alavoine, Luguet, Henri Pelissier, Lombardi, Cerutti, Gremo, Annoni, Sivocci, Torricelli, Azzini, Belloni, Brunero e Oliveri. A quattro minuti si presentano Girardengo, F. Pelissier, Santagostino e Calzolari. Il gruppetto dei fuggitivi insiste nello sforzo, ma con un inseguimento rabbioso e nonostante una caduta dello stesso novese, Girardengo e Francis Pelissier si riportano su di loro e transitano praticamente a ruota di Belloni, H. Pelissier, Torricelli, ed Azzini che, in questo ordine ma compatti, raggiungono per primi la vetta. Belloni intasca anche le duecento lire messe in palio per chi arriva primo al Turchino. La discesa, come al solito, si presta ad attacchi ed è caratterizzata da qualche caduta e foratura. Dopo Voltri rimontando il gruppo dalle retrovie la situazione che si presenta ai suiveurs è la seguente: Oliveri, Girardengo, Annoni, Azzini, Gremo, Sivocci, Calzolari e Torricelli formano un gruppetto di staccati; più avanti da solo c'è Belloni che lamenta un lieve appannamento sulla Colletta (strappetto che confesserà di aver sempre sofferto); in testa alla corsa Brunero, Luguet e i due Pelissier con Francis che si prodiga alla grande per il successo dell'azione. Quando dopo Varazze il fratello Henri posa i piedi a terra per una foratura, l'andatura cala di colpo così che Belloni, rientrato, a Savona può tranquillamente firmare con i primi. Sullo strappetto di Capo Noli, mentre cede Luguet, si riportano in testa Girardengo, Azzini e naturalmente Henri Pelissier. Ad Alassio, per guai meccanici, perdono contatto Francis Pelissier e Girardengo. Restano così in testa Azzini, Brunero, Belloni e Henri Pelissier, praticamente mezza Bianchi; e Cavedini se la ride sotto i baffi incitando i suoi a non permettere il rientro di Girardengo che, staccato di un paio di minuti, si esibisce in una delle sue azioni più incisive. Quando in cima a Capo Berta ha quasi riagguantato i rivali, per non perdere la scia delle macchine, esita a cambiare rapporto (ricordiamo che per compiere l'operazione bisognava fermarsi e girare la ruota) e resta col 46 x 18, ma non rinuncia a giocare le sue carte in una volata dove la Bianchi, presente con tre uomini, dovrebbe far la parte del leone. E così è; infatti Azzini, disciplinatamente, si mette al servizio dei due capitani e parte lungo con alla ruota Henri Pelissier. Allora ecco che Belloni esce sulla sua destra mentre Girardengo rimonta dalla parte opposta ma, con un rapporto esageratamente corto, non riesce a fare velocità. Tano Belloni, alla faccia della nomea di "eterno secondo" conquista anche questa edizione davanti a Pelissier, Girardengo, Azzini e all'ottimo Brunero, debuttante tra i professionisti.

tratto da:
C'era una volta la Milano-Sanremo, Carlo Delfino, Grafica D.G.S., Varazze, 1999
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