6 aprile 1919 - Milano-Sanremo

Alla mattina, dopo la pioggia del giorno prima, non piove ma le strade sono coperte da un mare di fango. La partenza viene data alle 6 e 30. Girardengo lamenta subito un guasto al parafango e deve fermarsi per poi rientrare immediatamente. Fino ad Ovada c'è poco da segnalare se non che si susseguono a ritmo intenso forature e cadute. Quando inizia la salita inizia anche l'inevitabile selezione che porta al formarsi di un gruppetto di cinque unità con Gremo, Oliveri, Santagostino, Angelo Vay e Belloni che fa più fatica di tutti avendo montato un rapporto troppo duro. I cinque battistrada si frazionano e transitano nell'ordine e con distacchi abbastanza contenuti sul Turchino dove nel frattempo appare il sole. A Voltri, Gremo è sempre al comando seguito a due minuti dal tandem Oliveri-Santagostino, mentre a quattro minuti transitano Girardengo e Oscar Egg autori di una discesa tanto spericolata quanto efficace. Sui primi saliscendi della Riviera si fanno sotto anche Canepari e Azzini mentre per un guasto meccanico cede Egg. Al controllo-firma di Savona troviamo: Gremo, Oliveri e Girardengo a un minuto uno dall'altro; a cinque minuti Santagostino e a otto Canepari e Azzini. Si profila un trionfo clamoroso della Stucchi. Oliveri a causa di un'altra foratura è raggiunto da Girardengo. Nei pressi di Finale, per non investire Gremo, la Lancia della Gazzetta finisce fuori strada con molto spavento per gli occupanti. Sui primi Capi, Girardengo, che ha perso per un'ennesima foratura il fido e sfortunato compagno Oliveri, riagguanta Gremo altro suo compagno di squadra. I due si stringono la mano; collaboreranno. Se non che su Capo Berta, l'ultima inopportuna foratura del novese lascia via libera alla meritata vittoria di un Gremo, solitario all'attacco per più di centocinquanta chilometri. Per il terzo posto Oliveri regola Azzini Giuseppe. Da segnalare l'assenza completa dalle prime piazze degli stranieri che pure erano scesi, ciclisticamente parlando, con animo bellicoso. Da segnalare pure la presenza al seguito di una trentina di autovetture tra ufficiali e abusive, un piccolo record se si pensa che le ristrettezze economiche della guerra si facevano ancora sentire. Contenta era la Stucchi-Dunlop che riempiva un podio con i suoi uomini più rappresentativi; ma il più contento di tutti, pur non avendo vinto, era sicuramente Girardengo che si ripresentava in grande spolvero dopo una malattia che gli aveva lasciato poche speranze per il proprio futuro di campione.

tratto da:
C'era una volta la Milano-Sanremo, Carlo Delfino, Grafica D.G.S., Varazze, 1999
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