15 aprile 1917 - Milano-Sanremo

Dopo lo stop dell'anno precedente causa conflitto mondiale, la Sanremo si presenta ricca di incognite, in parte per l'attività ridotta e di conseguenza per la scarsa preparazione dei partecipanti; in parte per la qualità delle strade la cui manutenzione è stata per un certo periodo trascurata. In uno scenario di conflitto europeo e mondiale, gli stranieri sono assenti eccezione fatta per il primatista dell'ora, lo svizzero Oscar Egg che si è nel frattempo stabilito a Milano dove sulla pista del Sempione si correva ad ottimi livelli. La pioggia battente accompagna i corridori fin dalla partenza. Fino a Pavia piove incessantemente e una ventina di corridori riescono a tenere il ritmo non eccezionale di Girardengo e Egg. Poi si assiste al solito tourbillon di forature con distacchi minimi e ricongiungimenti vari. Quando si attacca il Turchino la pioggia si trasforma in grandine e Belloni, Egg e Girardengo si lanciano all'attacco. Sulla vetta, incurante del freddo e della tempesta, Tano Belloni rifila quattro minuti allo svizzero e sei a Girardengo. Nella successiva discesa Egg soffre una crisi di freddo ed è raggiunto dal novese che non ha ancora alzato bandiera bianca. Infatti Girardengo sui Piani d'Invrea si libera del compagno di avventura e si getta all'inseguimento di Belloni. Dietro, la corsa non ha più niente da dire e a circa un quarto d'ora transitano infreddoliti e scoraggiati Gremo, Torricelli e Bestetti. a Savona, al controllo firma, troviamo Belloni con l'immutato vantaggio di cinque minuti su Girardengo, mentre Egg, stravolto, decide di abbandonare. Gli altri passano a venti minuti. Assistiamo così lungo l'Aurelia flagellata dal vento di libeccio (e quindi decisamente contrario al senso della corsa), ad una sfida a distanza, una sorta di testa a testa, tra i due protagonisti superstiti. Il Gira, in un primo tempo sembra avere la meglio e rosicchia qualcosina all'avversario, poi viene colto da coliche di stomaco e deve fermarsi un paio di volte. Tano Belloni invece si proietta con la sua caratteristica criniera leonina contro le raffiche di vento e pioggia e nonostante un paio di forature arriva a Sanremo da trionfatore (una curiosità ci ricorda come Tano Belloni, esentato dal servizio militare per aver perso l'ultima falange del pollice destro, riuscì ad allenarsi intensamente, e il riscontro atletico che ottenne lo dimostra). Il pubblico che aspettava impazientemente da alcune ore, quando alle 19, sotto la pioggia, vede tra le luci di un'auto arrivare questo impavido vincitore, impazzisce di gioia e tributa un'accoglienza trionfale. La media oraria più bassa di ogni tempo racconta, se ce n'era bisogno, le condizioni terribili, pari forse soltanto a quelle del 1910, in cui si svolse la corsa. Dopo una dozzina di minuti arriva Girardengo e la folla si scalda di nuovo, accomunando i due rivali in un'apoteosi di applausi. Si devono aspettare tre quarti d'ora per veder arrivare Gremo, Bertarelli, Cuppi e Bestetti. Quando arrivano gli ultimi, più di quattordici ore dopo la partenza, è gia notte fonda.

tratto da:
C'era una volta la Milano-Sanremo, Carlo Delfino, Grafica D.G.S., Varazze, 1999
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