2 aprile 1911 - Milano-Sanremo

Si parte con un tempo discreto fino al Turchino per poi peggiorare a causa del "tempo di mare" che gli stradisti troveranno in Liguria. La corsa va via tranquilla pur tra incidenti e forature che coinvolgano quasi tutti. Infatti un gruppo di più di cinquanta uomini arriva quasi compatto ad Ovada. Di li in poi la selezione avviene seguendo le regole delle energie residue e a Masone restano in diciotto e sul Turchino in nove. Il primo a transitare in vetta è Lignon seguito da Ganna, Blaise, Galetti, Garrigou; a brevissima distanza Masselis, Tousselier, Faber e Godivier. A Voltri, in capo ad una discesa spericolata sulla strada viscida, transitano per primi i due francesi Garrigou e Trousselier con circa un minuto di vantaggio su tutti gli altri. I due si alternano al comando e riescono a fare una buona andatura; invece dietro non c'è grande spirito di collaborazione e quasi nessuno vuole aiutare Ganna che avrebbe interesse a tirare. Garrigou e Trousselier hanno così buon gioco, e a Savona il loro vantaggio è cronometrato in più di cinque minuti. Ma ecco che sullo strappetto di Bergeggi-Torre del Mare, Trousselier perde per un attimo la ruota del compagno il quale invece di aspettarlo lo castiga con un allungo. Con questa azione Garrigou decide così di sciogliere la società e incrementa l'andatura. A Noli ha già quasi due minuti di vantaggio, mentre il gruppetto di Ganna transita a sei minuti e trenta. A questo punto il varesino tronca gli indugi e con alcune accelerazioni impressionanti stanca i compagni e disgrega il manipolo degli inseguitori. Con lui resta il solo Blaise che continua a non collaborare. Tutto il peso dell'inseguimento resta, come era successo in precedenza, sulle spalle di Ganna. Intanto davanti la situazione permane più o meno immutata con il ritardo di Trousselier che aumenta di qualche secondo a chilometro. Saranno alla fine sette i minuti che separano i due. La lotta per il terzo posto è più entusiasmante in quanto Luigi Ganna fa il diavolo a quattro sui Capi e riesce dunque a staccare il "piombo-Blaise" che è stato portato a spasso per la Riviera. A questo punto, lavorando finalmente in proprio, si getta all'inseguimento dei battistrada i quali sono però ormai imprendibili. Gli spettatori apprezzano la grinta e l'impegno del varesino e lo acclamano ugualmente grande protagonista. La cronaca ci dice che Garrigou, ancora pimpante, taglia il traguardo alle 15 e 27 seguito a sette minuti da Trousselier e a sedici dal nostro Ganna. E così un altro grande campione straniero inserisce di forza il suo nome nell'albo d'oro della corsa, riprendendosi con gli interessi ciò che impropriamente Gerbi gli aveva sottratto nella prima edizione.

tratto da:
C'era una volta la Milano-Sanremo, Carlo Delfino, Grafica D.G.S., Varazze, 1999
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