Storia di Giuseppe Enrici

Nelle prime stagioni da professionista si segnalò per qualche piazzamento di rilievo, in particolare al Giro d'Italia dove fu ottimo 3° nel 1922 e 6° nel 1923, e per alcune vittorie di secondo piano. Fu talvolta impiegato anche come gregario, soprattutto di Brunero, finchè sorprese tutti nel Giro d'Italia del 1924 quando, assenti (tra mille polemiche) i grandi assi, riuscì ad imporsi nettamente, dominando sugli Appennini (a suo agio in salita, vinse le tappe di L'Aquila e Perugia) ed aggiudicandosi così la vittoria più prestigiosa della sua carriera, resistendo stoicamente ad una dolorosa infezione ad un piede patita nelle ultime tappe. Questo bel successo, che sembrava poterlo lanciare tra i grandi campioni, rimase tuttavia l'ultima impresa importante della sua carriera che proseguì poi nella mediocrità senza più acuti di rilievo. Tentò l'avventura al Tour de France nel 1924 e nel 1925 ma deluse le attese di tutti ritirandosi.
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