19 marzo 1940 - Milano-Sanremo

Partiti alle ore 8.00 in 116; ottima giornata, aria fresca e sole già spuntato. Corsa subito velocissima ed ecco le prime fughe. E' il pistard Vagni che evade inseguito da Pozzato. I due guadagnano una cinquantina di metri, ma intervengono prontamente Valetti e Vicini che li raggiungono; poi è Valetti che allunga ma rallenta subito.
Più deciso è Mutti che tenta di scappare inseguito da Rogora e Rimoldi, poi da Simonini, Gotti, Godio, Cecchi, Silvestri e Mercatali. Il vantaggio aumenta e nei pressi di Certosa di Pavia il gruppo guidato da Cottur e Favalli ha un ritardo di 1'35". A Pavia il vantaggio è diminuito e sei chilometri dopo Pavia l'avventura è finita. Il gruppo arriva al ponte sul Pò in formazione compatta. Ma la calma durerà poco. Nei pressi di Casatisma, infatti, il gruppo è scosso da violenti scatti e si fraziona. Ma passata Casteggio il gruppo ritorna compatto anche se l'andatura è elevata. A Voghera dopo 59,8 km la media è di 41,200 km/h. Il traguardo a premi è vinto da Edgardo Scappini; si susseguono altri scatti ma la Bianchi e la Legnano controllano la corsa. Segue un lungo periodo di calma che l'acciottolato di Pozzolo Formigaro rompe sotto l'impulso di alcuni scatti operati da Gino Scappini. Si forma così un gruppo di dieci unità che a Novi Ligure ha circa 300 metri sul grosso. Il gruppetto è composto da: Introzzi, Zuccotti, Chiappini, Mazzarello, Casellato, De Benedetti, Simonini, Gotti, Carini e Gino Schiappini. Il traguardo di Novi (km 94,1) è vinto da Zuccotti. La media è sempre elevata e fuori Novi Ligure Tosi e Vicini raggiungono la pattuglia al comando. A Silvano d'Orba Carini vince il traguardo a premio e poco dopo il gruppo si ricompone. Ottanta corridori sono insieme quando la strada sale verso il Turchino. Albani, Giuseppe Magni, Benente e Mara tentano di fuggire; sono raggiunti da Silvestri e subito dopo da Diggelmann, Edgardo Scappini e Venturi. Ma il gruppo è a soli 200 metri. Nel frattempo si è ritirato Cottur che ha danneggiato la bici in una caduta.
In testa rimangono in sette (si è staccato Magni) e continuano energicamente la fuga. A Rossiglione la salita si fa più severa e Magni che aveva fatto un grande sforzo per rientrare si stacca nuovamente. Gli inseguitori sono più lontani; il loro distacco è di circa 2' e in vetta transita per primo Albani. In discesa si avvantaggia Mara che a Voltri precede di 30" il gruppetto di Albani, mentre il gruppo che ha ripreso Magni è distaccato di 1'40".
Sulla rampa della Colletta Mara è avvicinato dai primi inseguitori e nella discesa su Cogoleto prima Albani e poi gli altri lo riprendono. Il gruppo ha un ritardo di soli 45" ma guadagna continuamente terreno. Ai Piani di Invrea anche questa fuga a termine. Nell'attraversamento di Savona si avvantaggia Enrico Mollo, che vince il traguardo a premio e dopo il rifornimento e il controllo insiste tanto che nei pressi di Capo Noli (km 200) precede il gruppo di 1'55" ma a Finale è ripreso.
A Pietra Ligure fuga dell'astigiano Torchio che è raggiunto da Leoni e Servadei, poi subito dopo da Favalli, tutto solo. Dal gruppo esce anche Ricci, il quale però non riesce ad accodarsi ai fuggitivi. Il quartetto a Ceriale ha 300 metri di vantaggio, ad Albenga 1'05", ad Alassio (235 km) le distanze sono invariate; subito dopo Bailo e Marabelli lasciano il gruppo e si lanciano sui primi quattro che raggiungono verso il culmine del Capo Mele (km 241).
Subito dopo Marabelli scatta e se ne va. Intanto Bartali passa al comando del gruppo inseguitore e si avvicina al quintetto condotto da Favalli. Nella discesa su Andora avviene il ricongiungimento. Marabelli è sempre solo in vantaggio di 300 metri, quando s'inizia il Capo Cervo (km 246) che passa indenne ed a Diano Marina (km 251,100) ha sempre 55" di vantaggio.
Siamo ormai in prossimità del Capo Berta, ultima asperità della giornata. Un gruppetto si stacca dal grosso. Lo compongono Bartali, Canavesi, Bailo, Tomasoni, Bizzi, Leoni e Santambrogio che per primo raggiunge Marabelli. Al comando otto corridori che scendono verso Imperia mentre dietro un gruppo di quindici unità che insegue a 300 metri. Tra i primi cominciano gli scatti tra i primi non c'è accordo e dopo Riva Santo Stefano (km 272) il vantaggio comincia a calare. Ad Arma di Taggia i due gruppi si vedono e allora Favalli parte tutto solo dal gruppo inseguitore e si accoda ai primi. Dopo due chilometri anche Rimoldi riesce a colmare da solo il distacco e in vista dell'ultimo km rinvengono anche altri.
Si arriva in volata; Bartali è condotto dai suoi al centro della strada, mentre i bianco-celesti rinvengono sulla destra. La strada però è troppo stretta per un plotone tanto numeroso (quasi quaranta atleti) e parecchi corridori vanno a finire tra le rotaie del tram. Fatalmente avviene una collisione e cadono in tre: Marabelli, Santambrogio ed Albani. Intanto Bizzi ha superato Bartali, che ha lasciato la scia dei compagni. Mancano poco più di 50 metri al traguardo: Bizzi a destra, Bartali al centro e Rimoldi che rimonta, ma all'improvviso Bizzi si arresta (gli è saltata la catena) e Bartali resiste agli attacchi di Rimoldi, Bini e Moro e vince per una macchina sull'atleta bustese e più nettamente su Bini.

tratto da:
C'era una volta la Milano-Sanremo, Carlo Delfino, Grafica D.G.S., Varazze, 1999
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