19 marzo 1942 - Milano-Sanremo

Continua il momento difficile per l'Italia. Il conflitto infuria e naturalmente nessuno straniero è presente al via. La Sanremo di quest'anno vale come prima prova per la classifica a punti del cosiddetto Giro d'Italia di guerra; una novità, vista l'impossibilità assoluta di far disputare un Giro d'Italia vero e proprio. Alle otto meno un quarto viene dato il via nella frizzante aria mattutina, frizzante perché durante la notte ha piovuto. Le solite schermaglie iniziali vengono avviluppate a tratti da una fitta nebbia che accompagna la carovana. Dopo Pavia si mettono in luce Aimone Landi, Ricci e Fiorenzo Magni insieme ad altri comprimari. Poi è la volta di un tentativo più serio: un terzetto composto da Bucco, Servadei e De Benedetti transita da Ovada con quasi due minuti di vantaggio sul gruppo. Gruppo che però incomincia a muoversi e a frazionarsi grazie soprattutto alla spinta di Cottur che si porta su Servadei e De Benedetti (Bucco nel frattempo ha ceduto). Cottur insiste e transita per primo nel tunnel seguito a poche decine di metri da De Benedetti, Brotto, Bevilacqua, Marangoni e De Stefanis. Ad un minuto c'è un gruppetto con Bartali e poi a seguire un gruppo più folto. Raggiunta la Riviera i sei battistrada insistono e a Varazze il loro vantaggio sfiora i tre minuti. Al rifornimento di Savona dietro al plotoncino dei sei troviamo a sorpresa un terzetto composto da Favalli, Leoni e Martini, terzetto che si è portato avanti di parecchi secondi rispetto al gruppo inseguitore. La situazione a questo punto si mostra quanto mai fluida perché i battistrada cominciano a dare segni di fatica e di scarsa collaborazione mentre i tre immediati inseguitori hanno buon gioco a ridurre lo svantaggio e ad effettuare il ricongiungimento nei pressi di Finale Ligure. Nove corridori quindi al comando: Cottur, De Bendetti, Brotto, Bevilacqua Marangoni, De Stefanis, Favalli, Leoni e Martini. A circa due minuti un drappello comprendente tutti i migliori tranne Coppi che è segnalato a quattro minuti. I nove di testa, trascinati soprattutto da uno scatenato Favalli intenzionato a centrare un clamoroso bis, non hanno nessuna intenzione di demordere, ma poco prima di Alassio ecco perdere contatto Martini che non riesce a rispondere ad un allungo. Intanto il vantaggio aumenta e a Laigueglia i numerosi suiveurs sono ormai convinti che i primi non saranno più ripresi e arriveranno a Sanremo. Capo Mele e Capo Cervo non sono idonei a mutare la situazione, invece su Capo Berta si scatena una interessante battaglia. Scatta deciso De Stefanis che provoca il cedimento di De Benedetti, Brotto e Cottur. De Stefanis insiste e transita per primo in vetta seguito a pochi metri da Favalli, Marangoni, Leoni e Bevilacqua. Dopo Imperia assistiamo però ad un ricongiungimento degli otto battistrada che vantano sempre un vantaggio oscillante tra i due e tre minuti. Ad Arma di Taggia il vantaggio cala leggermente ma ormai è chiaro a tutti che la corsa si risolverà con una volata di questo gruppetto. Ecco lo sprint: Favalli lancia la volata da lontano cercando di sorprendere i compagni e in effetti ai cento metri è ancora in testa. Comincia però a disunirsi e Bevilacqua rinviene fortissimo; ma è il Campione d'Italia, Leoni ad avere la meglio. Decimo Bartali e ventunesimo Coppi. Leoni indossa provvisoriamente la Maglia Rosa di guerra.

tratto da:
C'era una volta la Milano-Sanremo, Carlo Delfino, Grafica D.G.S., Varazze, 1999
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