19 marzo 1947 - Milano-Sanremo

Tempo infame quando i 132 partenti lasciano Milano. La corsa entra subito nel vivo con una fuga di Sarti, Toccaceli e Scrivanti ai quali ben presto si aggiungono Zanazzi Renzo, Zuccotti, Montuori, Galliussi, Bellini, Bertocchi, Conte, Pasotti, Rossello Vincenzo, Marangoni, Leoni, Pedrali, Croci-Torti e Cecchi. Il loro vantaggio cresce considerevolmente fino a raggiungere quasi 9 minuti dopo Tortona. Ma ecco che piano piano il gruppetto dei fuggitivi comincia a lamentare le "defaillances" degli uomini meno preparati. In vetta al Turchino passano per primi Cecchi e Bellini con Toccaceli che cede tosto per il freddo. Nella discesa si riportano sotto Croci-Torti e Bizzi che arriva dalle retrovie come una furia. Nel frattempo recuperano terreno anche Luciano Maggini e Vito Ortelli che aveva forato all'inizio della discesa e aveva atteso per svariati minuti l'ammiraglia. Sulla Colletta, Bellini si stacca dal suo capitano che, ridotto ad una maschera di fango ma animato da una grinta superba, prende il largo. A Varazze il punto della situazione è così fatto: Cecchi ha un paio di minuti su Ortelli, Maggini e Bizzi, tre su Bellini ormai allo sbando e tre e dieci su Croci-Torti in crisi. A quasi sette minuti passano Bailo, Bartali, De Santi, Maggini Sergio, Fiorenzo Magni, Covolo Antonio, e Marangoni. Il tanto atteso Fausto Coppi, affetto da una fastidiosa congiuntivite, alla fine della discesa del Turchino si è ritirato proseguendo la corsa verso casa in cerca di un bagno caldo. A Savona, Bartali, che i giorni precedenti non era stato bene per una influenza, manifesta l'intenzione di ritirarsi ma viene rivestito con roba asciutta e viene rifocillato con bevande energetiche. Riparte. Il motore di Gino comincia a carburare a meraviglia e a uno a uno abbandona per strada i compagni di avventura. Gli resta alla ruota il solo Bailo che, consigliato da zio Girardengo, si guarda bene dal collaborare. I due si riportano prima di Capo Berta su Ortelli, Maggini e Bizzi che li mettono al corrente della situazione. A questo punto Bartali decide di abbandonare la compagnia e scatta alla caccia di Cecchi che davanti comincia ad accusare la fatica. Lo raggiunge dopo Imperia e lo lascia sul posto senza degnarlo neppure di uno sguardo. In 20 chilometri gli rifila la bellezza di quattro minuti e va a concludere da trionfatore una delle sue imprese più belle e significative. A nove minuti, esausti, arrivano i fratelli Maggini, Bailo, Bizzi, Magni e Ortelli.

tratto da:
C'era una volta la Milano-Sanremo, Carlo Delfino, Grafica D.G.S., Varazze, 1999
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