Giro di Romagna

Mancano dati precisi, ma sembra che la prima idea del " Giro " sia nata una sera di giugno del 1909 quando alcuni Consiglieri del Club Sportivo Romagnolo all'osteria "Fiuradei" discutevano sul Giro d'Italia, conclusosi da poco con la vittoria di Luigi Ganna. Fra un bicchiere e l'altro saltò fuori la frase " Ma perché non lo facciamo anche noi il nostro Giro ? L'hanno fatto in Lombardia e in Piemonte, pare che anche quegli antipatici di bolognesi stiano mettendo in cantiere il loro. Forse non siamo capaci di farlo anche noi? ". C'era il rag. Giacomo Valli presente. Industriale del ramo vinicolo, appassionato delle corse ciclistiche, lasciò capire di essere interessato alla cosa. Da quella sera i discorsi si rinnovarono, presero piede. Si tracciarono progetti di massima, si interessarono i Sindaci delle città che dovevano accogliere il passaggio del Giro. Ovunque l'idea venne approvata con entusiasmo. Si riuscì a racimolare un monte premi davvero ragguardevole: L. 3.170, due sterline d'oro (offerte dal Comune di Lavezzola), una infinità di coppe e medaglie fra le quali spiccavano la mastodontica Coppa Municipio di Lugo e la "Medaglia d'oro grandissima di S.M. il Re".
Può sorprendere che in quei tempi una cittadina come Lugo che contava all'incirca 12/13.000 abitanti, fosse in grado di esprimere un gruppo capace di concepire una impresa simile. Ma conoscendo la particolare situazione economica che caratterizzava il lughese in quei tempi una spiegazione plausibile può essere questa. Innanzitutto l'agricoltura era allora la voce più importante dell'economia italiana. E in campo agricolo Lugo era all'avanguardia con il mercato del mercoledì, che faceva quotazione ed era uno dei più importanti d'Italia, e con le sue numerosissime cantine, fabbriche di botti e tini, industrie di cordame, di bozzoli da seta (2000 vagoni ogni anno). Quindi città di industrie e di commerci e quindi ricca di capitali e di fermenti ambiziosi che la distinguevano dalle altre città romagnole.
E poi una certa predilezione per lo sport della bicicletta; fin dal 1892 fu costituita in Lugo una Società Velocipedistica che organizzava importanti gare ciclistiche, la Società Ciclistica Francesco Baracca.
Fra i vari percorsi che vennero approntati per la prima edizione si scelse quello che si credeva il più duro. E cioè con le salite della Riolo-Brisighella e con la scalata di San Marino. La distanza complessiva da percorrere era fissata in 308 chilometri. La fortuna arrise agli organizzatori e tutti i campioni più celebrati mandarono la loro adesione. C'erano Galetti, futuro vincitore del Giro d'Italia, Ganna e Pavesi, Micheletto, Sivocci, i fratelli Alzini. Il carattere internazionale della manifestazione veniva assicurato da un discreto numero di corridori francesi e tedeschi, i più famosi dei quali erano Lignon, buon scalatore e Dortinacq, regolarista tagliato ad ogni fatica che nel medesimo anno 1910 era divenuto campione del mondo. Nel suo palmares un secondo ed un terzo posto nella classifica generale finale dei Tours del 1904 e 1905 e diverse vittorie di tappa nella "Grande Boucle" e la tappa del Giro d'Italia 1910 Udine-Bologna.. Alla fine Lignon, Bruschera e Ganna si impegnano duramente in volata fino a cinquanta metri dal traguardo, ma vengono letteralmente bruciati sulla fettuccia di arrivo dall' imperioso ritorno di Dortignacq.
L'anno successivo si presenta alla partenza anche il famosissimo Petit-Breton, ma l'atleta transalpino prima di Rimini è costretto al ritiro. In questa edizione viene presentato per la prima volta il Monte Trebbio (che poi diverrà la salita mitica del "Romagna" grazie anche alle imprese di Fausto Coppi), che viene descritto come un luogo infernale, polveroso, dalle pendenze impossibili. Ed infatti la salita, come recitano le cronache del tempo, "è spaventevole". L'edizione verrà vinta in volata da Giovanni Micheletto
Successivamente al Giro della Romagna parteciparono sempre i migliori corridori in circolazione. Poi scoppiò il primo conflitto mondiale ed il Giro della Romagna rimase interrotto fino al 1921. Da lì fino agli anni '30 fu disputata una serie regolare con le vittorie, fra gli altri, di Gremo, Brunero, Girardengo, Binda.
Poi da ricordare, la doppietta (1946 e 1947) ottenuta da Fausto Coppi (2° nel 1947 un certo Gino Bartali mai vincitore sul traguardo di Lugo), Vito Ortelli , ancora Coppi (distacchi abissali per Fiorenzo Magni, secondo all'arrivo, Aldo Ronconi, Gino Bartali) in volo solitario dal Monte Trebbio a Lugo.
Nel 1951 con Coppi, Magni, Bartali, Petrucci ci sono anche il campione del mondo Brick Schotte e Ferdy Kubler. Dopo una dura lotta vince allo sprint Fiorenzo Magni su Coppi e Bevilacqua.
Ma la storia del "Romagna" non è solo un fatto episodico legato agli anni d'oro. La classica romagnola per eccellenza, infatti, sa riproporsi ogni volta con impeto, sa risorgere dopo alcune edizioni cui partecipano meno campioni soprattutto per problemi dovuti ai ricchi ingaggi proposti da nuove gare che poi durarono solo alcuni anni. E questo perché la forza del "Romagna" è dovuto al gruppo compatto della Società Ciclistica Baracca che ogni anno fa sue le motivazioni che mossero coloro che ne decisero la nascita. Ma il successo lo si deve anche e soprattutto alla "gente" di Romagna, ai tifosi che ogni anno affollano le strade del "Giro" e le piazze di Lugo per testimoniare il loro affetto allo sport del pedale.
L'albo d'oro del Giro della Romagna, comunque, è lì a testimoniare quanto gli atleti ed i Gruppi Sportivi tengano ad una vittoria sul traguardo di Lugo, che è anche l'unica città sede di manifestazione di prestigio a potersi vantare di aver celebrato partenze ed arrivi di tutte le edizioni.
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