La tragica morte di Alessio Galletti

Alessio Galletti, 37 anni, è morto il 15 giugno 2005 durante la Subida al Naranco, gara in linea da Lugones alla località in quota delle Asturie. Il pisano della Naturino-Sapore di Mare è rimasto vittima di un malore mentre la corsa stava affrontando la salita di La Manzaneda, a soli 15 km dal traguardo. Subito soccorso e caricato su un'ambulanza, Galletti è stato trasportato d'urgenza all'Hospital Central de Asturias, nella città di Oviedo, ma i medici non hanno potuto fare niente per salvargli la vita.
"Sto male, mi sento gonfio, non riesco a respirare". Queste le ultime parole dello sfortunato corridore. Le ha rivolte al moldavo Igor Pugaci che stava pedalando accanto a lui, in un gruppo di una trentina di corridori in ritardo dalla testa della corsa. "Ha detto 'Sto male, sto male' e poi si è fermato, è sceso dalla bicicletta e si è seduto a terra. Un attimo ed è caduto all'indietro ed ha perso conoscenza". A raccontare gli ultimi momenti di vita di Galletti è Giuseppe Lanzoni, direttore sportivo della Universal Caffè, formazione in cui corre Pugaci. "Quando hanno visto Galletti finire a terra - ha detto Lanzoni - i corridori che erano con lui si sono fermati e hanno tentato di aiutarlo. Poi è arrivata l'ambulanza, ma aveva già smesso di respirare".
Galletti, nato a Pisa il 26 marzo 1968, era passato professionista nel 1994 e per cinque stagioni - dal 1999 al 2002 e poi nel 2004 - era stato in squadra con Mario Cipollini, uno dei punti di forza del "treno" di Re Leone. In carriera aveva vinto 4 gare: una tappa del Tour de l'Ain nel 1998, una del Tour Down Under nel 2001, il GP Fred Mengoni e la classifica finale della Due Giorni Marchigiana nel 2003. Tragedia nella tragedia, Galletti lascia un figlio di un anno e la moglie Consuelo che è in attesa del secondo.
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