11 ottobre 1969 - Giro di Lombardia

Si parte da Milano alle 8.48, è una bella giornata di sole e il primo attacco è operato dal portoghese Agostinho che affronta da solo la salita di Sormano ed il Ghisallo sulla cui vetta transita con 1'50" di margine sul gruppo sgranato.
Il coraggioso fuggitivo viene raggiunto all'inizio del Colle Balisio ma il plotone rimane compatto per poco perché all'ingresso di Ballabio scatta Dancelli tallonato da Motta e Huysmans. I tre giungono in vetta con una quarantina di secondi di vantaggio ma gli inseguitori temporeggiano e il margine dei battistrada sale vertiginosamente tanto che a Menaggio è di 3'30" ed all'inizio del Passo d'Intelvi è di 5'10". Sulla salita Huysmans cede di schianto, Motta e Dancelli insistono di comune accordo ed a S.Fedele i due vantano ancora 4' sul gruppetto dei migliori guidato da Delisle, Poulidor e Gimondi. Al primo passaggio da Argegno la situazione è immutata ma Dancelli soffre visibilmente, accusa i crampi e quando Motta gli chiede collaborazione, scuote la testa ed invita il compagno di fuga ad un'andatura più moderata. Ma Motta invece accellera e se ne va, transitando in vetta con 33" di margine sull'esausto Dancelli e 2'25" su una quindicina di corridori tra cui Van Springel, Pintens, Karstens, Poulidor, Gimondi, Bitossi, Janssens e Delisle. Sul lungomare Motta ha ancora energie ma alle sue spalle la battaglia si infiamma; a Cernobbio (17 km all'arrivo) il suo vantaggio è sceso a 1'25" e diventa di 1'03" all'inizio del S.Fermo. L'ultima asperità è un giudice troppo severo per le ambizioni del battistrada che cede di schianto ed arranca perdendo terreno. Nel gruppetto inseguitore si scatena la bagarre: Delisle e Pintens allungano in contropiede e sono i primi a raggiungere e superare Motta. Gli inseguitori sono sgranati in poche decine di metri, la situazione rimane incerta e confusa. In vetta Delisle e Pintens transitano con una decina di secondi di vantaggio ma in discesa perdono terreno ed a tre km dall'arrivo vengono ripresi da Poulidor, Poppe, Bitossi, Van Springel, Karstens, Vandenbossche e Monserè mentre Gimondi (in compagnia di Dancelli, Motta e pochi altri) non riesce ad accodarsi. Scatta subito in contropiede Van Springel ma Bitossi è pronto a riportare sotto gli altri; ormai sono alle porte dello Stadio Sinigaglia e sullo slancio Bitossi entra per primo in pista dove quindi in nove vanno a giocarsi la vittoria in una volata piuttosto incerta. Bitossi si mantiene in testa e lancia lo sprint da lontano, si presenta per primo nell'ultima curva ma alla sua ruota avanzano minacciosi Karstens, Monserè e Van Springel. Bitossi è ancora in testa all'entrata del rettilineo finale ma ha esaurito le energie e viene agevolmente superato da Karstens e Monserè mentre Van Springel rimane leggermente chiuso. Negli ultimi 50 metri Karstens balza al comando e taglia nettamente per primo il traguardo. Ma i colpi di scena non sono finiti perché pochi giorni dopo la conclusione della corsa le analisi giudicano Karstens positivo al controllo anti-doping: l'olandese perciò viene squalificato e privato della vittoria. Il successo passa così a Jean Pierre Monserè, neo-professionista, grande speranza del ciclismo internazionale.
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