9 novembre 1920 - Giro di Lombardia

Partenza alle 7.06 da Corso Sempione, cielo nebbioso e coperto ma non piove. Corsa bloccata, con la Bianchi di Belloni e Henri Pelissier a presidiare le prime posizioni, fino al Brinzio dove comincia la bagarre. Si avvantaggiano Alavoine e Luguet che transitano in vetta con una trentina di secondi di margine sugli inseguitori sgranati. In discesa Luguet si lancia coraggiosamente all'attacco ed al secondo passaggio da Varese ha quasi un minuto su Pelissier, Belloni, Brunero ed Azzini. Luguet insiste ma il suo margine non aumenta anche perchè alle sue spalle una foratura di Brunero scatena il contrattacco di Belloni e Pelissier i quali, trascinandosi dietro l'attento Azzini, raggiungono Luguet poco prima di Como dove Brunero transita con quasi 3' di ritardo dai quattro battistrada. Sul Ghisallo non c'è battaglia tra i quattro di testa e Pelissier scatta solo per transitare per primo in vetta, mentre Brunero, al contrario, si rende protagonista di un eccezionale inseguimento che lo porta prima a superare Azzini, vittima di una foratura, e poi a riportarsi sulla testa della corsa poco prima di Lecco. Mancano una quarantina di km all'arrivo quando fora anche Lugnet. Belloni, Brunero e Pelissier rimangono soli al comando ma regna il tatticismo: sullo strappo della Cicognola, ultima asperità prevista, i tre si controllano, si studiano. In vetta hanno ormai quasi 10' di vantaggio sugli inseguitori; poco dopo Cernusco, a circa 12 km dalla conclusione, si verifica il colpo di scena che in pratica decide la gara: Belloni fora, rallenta ed è costretto a fermarsi! L'ammiraglia è alle sue spalle ma si crea un grosso caos; Brunero, dopo un attimo di incertezza, cerca di scattare ma la foga lo tradisce e gli salta la catena e si deve fermare bruscamente pure lui. Pelissier ne approfitta e se ne va velocissimo mentre Brunero e Belloni ripartono ma temporeggiano per non favorire il rivale diretto. Pelissier arriva solitario a Monza e diventa il primo corridore ad aggiudicarsi per la terza volta il "Lombardia".
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