30 agosto 1930 - World Championship - Liege (BEL)

Percorso tutt'altro che facile, particolarmente nella parte conclusiva. Sono numerose le salite, Francorchamps all'inizio non preoccupa nessuno e forse neppure sono considerate fastidiose le montagne russe all'altezza di Laroche. Ma non altrettanto si può dire delle tre rampe che si susseguono negli ultimi cinquanta chilometri: Mont Theux, Embourg e Leforgn. La partenza viene ritardata di quasi un'ora e subito dopo il via c'è una indisposizione di Binda della quale nessuno se ne avvede. Intanto Guerra si mantiene nelle posizioni d'avanguardia, così dopo sessanta chilometri percorsi a passo turistico, è proprio lui che si adopera, coadiuvato da Grandi, per riacciuffare Montero fuggito sulla salita di Francorchamps. Al comando Guerra, in coda Binda sul tratto a saliscendi che taglia tra le boscaglie che uniscono Laroche a Marche. Picchia forte il sole delle prime ore pomeridiane e il gran caldo è come una medicina per lo stomaco di Binda. Ad Aywaille momento delicato per gli azzurri: fermo Guerra per rifornirsi d'acqua, bloccato Binda da una foratura, i francesi Pelissier e Leducq se ne vanno. Scatenato l'inseguimento di Guerra che in un batter d'occhio piomba sui fuggitivi. Binda non si farà attendere molto di più. Rientrato sui primi Binda cade a causa di un piccolo cane randagio che ha attraversato la strada e rimane attardato nuovamente. Sulla salitella di Mont Theux si accoda nuovamente al gruppo di testa, mentre su quella di Embourg da battaglia a fondo: Joly, Pelissier e Leducq cedono. Altro strappo e altri tre cedono: Montero, Stoppel e Grandi. Guerra tiene duro, cento, duecento metri ancora, quindi cede. Ennesimo scatto di Binda e anche Ronsse deve mollare. Ma la vetta è ormai vicina e le poche lunghezze che separano i due sono recuperabilissime. Ulmimo giro: la strada si arrampica sulla collina di Leforgn, Binda ancora una volta è solo. Distacco insignificante così quando mette piede a terra per girare la ruota, Ronsse si incolla all'italiano. Guerra è li vicino; altri avversari anche.
Ronsse è restio a collaborare, non vuole sciupare energie. Binda se ne guarda dal fare il gioco dell'avversario. Dietro sono furie, si ferma Guerra per cambiare rapporto e lo passano in tromba tre saette: Montero, Canardo e Grandi.
Impetuoso Guerra recupera trascinando Stoepel, raggiunge e supera i tre e si ricongiunge con Binda e Ronsse.
Siamo sul Ponte della Mosa, vialone d'arrivo; inarrestabile Guerra entra in dirittura con alla ruota Ronsse, terzo Stoepel e quarto Binda. Cinquecento metri al traguardo, Guerra si accorge di non avere alla ruota Binda e rallenta. Breve schermaglia, Binda ora è alla ruota di Guerra che riparte in quarta.
Duecento metri: Ronsse attacca e Guerra, incredibile, aumenta; Binda indugia.
Centro metri: tre uomini lanciati, ai cinquanta metri ancora tutti vicini, poi nel momento in cui Binda supera Guerra, Ronsee cede. Primo e secondo sul traguardo, si rinnova per l'Italia il trionfo di Adenau nel 1927, e ancora una volta a dare all'Italia la maglia iridata è Alfredo Binda.
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