16 agosto 1929 - World Championship - Zurich (SUI)

Comincia la gara con la squadra italiana che mostra perfetta intesa e collaborazione fattiva di tutti: prontissimo Piemontesi a buttarsi sulla ruota di Bidot, abile e attento il giovane Frascarelli nello sventare il tentativo di fuga di Le Drogo e Bulla. Sulle salite di Schindellegi, di Altmatt, di Bozberg, l'iniziativa è sempre di Binda, che sembra essere il più forte del gruppo.
Prima di Zofingen cade Piemontesi, e gli avversari partono alla carica con l'intenzione di mettere in difficoltà Binda, che in questo momento può contare solo sulle sue forze e sull'aiuto del romano Frascarelli. Il ragazzo di Roma ha una grande reazione, tira fuori tutto quello che ha dentro e riesce a far fallire il tentativo di Bidot e Le Drogo, mentre Binda smorza sul nascere un'offensiva di Ronsse. Comandano gli azzurri e le file si assottigliano; dapprima restano in nove nel gruppo di testa, poi altri si staccano e superata la piccola vetta di Bozberg, rimangono in sei. Si controllano a vista, ma un attimo di distrazione e s'involano il lussemburghese Frantz e Marcel Bidot. Per Binda e Frascarelli sono cinque chilometri di rincorsa con il cuore in gola. Sulla ruota dei due azzurri il belga Ronsse e l'austriaco Max Bulla inoperosi. Il traguardo non è lontano. Ricongiungimento avvenuto; fora Marcel Bidot. La lotta per la maglia iridata si riduce a cinque pretendenti: è rientrato fra i primi il belga Dervaes, si è però staccato Max Bulla. Cinque uomini, due italiani contro tre avversari, tra di loro Binda è il più quotato per assicurarsi il successo in volata. Zurigo, ultimo chilometri, rettilinio finale, Binda non si muove ne ai trecento, ne ai duecento metri. E' Ronsse che scatta e supera Binda, che quasi non reagisce, tanto che anche Frantz lo supera nettamente. E' una soluzione inattesa, una sconfitta dopo una grande giornata degli azzurri che chiudono con un deludente terzo posto di Binda e un quinto di Frascarelli, ultimo del gruppo di testa.
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