Storia di Marcello Osler

Marcello Osler comincia a dare i primi colpi di pedale per merito di suo fratello Armando, portacolori della Forti e Veloci di Trento.
I primi approcci non sono particolarmente soddisfacenti, in attesa del 1967, quando sempre in maglia rossoblu riesce ad agguantare un buon quinto posto nella gara di apertura del calendario cadetti, il Giro di Bolghera.
A questo piazzamento, si aggiungono nel prosieguo della stagione altri risultati di rilievo, che consentono a tecnici ed esperti del settore di conoscere le caratteristiche di questo giovane trentino. Nel 1968 cambia casacca passando nei ranghi dell'Alpina Sport. Il primo traguardo sul quale sfreccia a braccia alzate è posto a Ponticello Vicentino e successivamente si impone nella Coppa Martiri Trentini a Pergine Valsugana e nel Trofeo Moser-Widmann.
Le vittorie e i numerosi piazzamenti destano l'attenzione dei dirigenti dello Sport Club Italia che lo ingaggiano garantendogli i gradi di capitano. Assieme a Diego Moser e Alberto Carlin conquista a Linfano, la Coppa Italia per poi laurearsi, a Levico Terme, campione regionale dilettanti.
Nel 1970, Osler accetta le offerte della Orlandini di Reggio Emilia. Causa qualche malanno fisico le prime corse non registrano in lui il protagonista che un po' tutti si sarebbero attesi. Ma la sua esplosione è ormai imminente e giunge nel Giro di Colombia dove ottiene ottimi piazzamenti di tappa. Purtroppo è costretto al ritiro da una bruttissima caduta che avrebbe potuto avere conseguenze gravi se non ci fosse stato il pronto intervento dei medici. Batte violentemente il capo e per alcuni giorni rimane tra la vita e la morte. Rientrato dalla terra colombiana fatica parecchio prima di ritrovare la forma. Si deve attendere il 1972. Sei sono le vittorie di questa stagione che lo vede partecipare al Tour de l'Avvenir dove si distingue in alcune tappe. Il suo obiettivo sono i Giochi Olimpici di Monaco, ma forse per la sua età, ventisette anni, non viene convocato e grande è la delusione al punto che pensa di smettere di correre. La vicinanza dei familiari è decisiva per evitare che chiuda con l'agonismo e nel 1973 passa professionista con la Sammontana.
I primi due anni gli consentono di crearsi il giusto bagaglio di esperienza che gli serve parecchio durante il triennio seguente trascorso in maglia Brooklyn nel quale per Osler si aprono nuove possibilità, che significano, tra l'altro, maggiore libertà in corsa e giocarsi le proprie carte. E non si lascia sfuggire questa occasione vincendo la Potenza-Sorrento, ottava tappa del Giro d'Italia.
Grazie a questo successo, unito ad altri piazzamenti di tappa, Osler si garantisce a fine Giro la leadership nel Trofeo delle Regioni, classifica speciale che Osler farà sua anche nel Giro del 1976, un'altra stagione ricca di soddisfazioni. Dopo il Giro d'Italia dove manca il successo nella tappa di Matera per un banale salto di catena in estate partecipa al Tour de France e rientrato in Italia in grande forma ottiene ottimi piazzamenti che convincono Alfredo Martini, commissario tecnico della nazionale italiana, ad inserirlo nella lista degli azzurri per i mondiali di Ostini. Purtroppo un malanno fisico non gli consente di essere in corsa ma per lui resta comunque una bella soddisfazione questa convocazione. Nel 1977 la Brooklyn decide di abbandonare il ciclismo ma Osler non ha problemi ad accasarsi. E' la Selle Italia a dargli fiducia per la stagione 1978 nella quale è protagonista di buone prestazioni ad iniziare dalla Parigi-Roubaix vinta dal Francesco Moser: si piazza 17° dopo una corsa che lo ha visto lottare con i primi per due terzi di gara. Il rapporto con la Selle Italia termina nell'autunno del 1978 quando Francesco Moser lo vuole nella sua formazione: la Sanson Luxor. Il suo inserimento in squadra è tanto immediato quanto positivo e a fine stagione gli viene rinnovato il contratto per il 1980. Ma la sua carriera è giunta al termine e, dopo una serie di piazzamenti, a fine stagione decide di appendere la bici al chiodo e di aprire a Pergine Valsugana un negozio di articoli sportivi.
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