Storia di Mario Nicoletti

E' il gruppo sportivo Aurora la società che dà la possibilità a Mario Nicoletti di esprimere le sue doti nel difficile mondo del ciclismo agonistico e dopo una buon 1965, l'anno successivo Nicoletti deve assolvere il servizio di leva. Prima di partire militare si impone nel Trofeo Mauro a Merano e successivamente si mette a disposizione della patria. La parentesi militare non gli toglie la possibilità di correre infatti, con il Circolo Sportivo Esercito, vince due gare, a Polignano di Bari e a Ortona dei Marsi. Si congeda nell'inverno 1966 e prepara con puntiglio la stagione che è ormai alle porte. Già alla prima uscita, la Coppa Mazzucco di Bolzano, si impone con estrema facilità. E' la prima di una lunga serie di vittorie: a questa se ne aggiungono infatti altre nove e tra queste il titolo di campione regionale conquistato nel Trofeo Fonti di Pejo. A metà stagione, in una corsa a Trieste, rimane vittima di una caduta che lo obbliga a letto per l'intera seconda parte dell'annata. Il forzato riposo scatena in lui tutta la rabbia con la quale si ripresenta al via della stagione successiva difendendo i colori della Mainetti di Vicenza. Nel 1968 si impone nella Astico-Brenta, classica di spicco del calendario nazionale cadetti, ma questo è purtroppo l'unico lampo di una stagione eccezionale solo per il grande numero di piazzamenti ottenuti. La Mainetti non lo riconferma e l'anno successivo è il gruppo sportivo Padovani a volerlo tra le sue file garantendogli il ruolo di punta. Nicoletti non fa rimpiangere la società per la scelta e dopo aver vinto il Trofeo Val di Sole, conquista il Giro del Lazio grazie al successo parziale conquistato nella città capitolina.
Ormai i tempi sono maturi per il passaggio tra i professionisti e Nicoletti non ci pensa due volte quando la Ferretti gli propone l'ingaggio. L'ambientamento tra i professionisti non è difficile tanto che, nella corsa di apertura della stagione, la Tirreno-Adriatico, si impone nella quarta tappa, la Pineto-Civitanova Marche, dopo aver coperto 191 chilometri di fuga solitaria. Successivamente si confronta con i marpioni fiamminghi nel Giro del Belgio distinguendosi in più di un'occasione e cogliendo il secondo posto nel cronoprologo. Visti i risultati più che positivi, nell'autunno del 1970, Aldo Moser si accorda con i dirigenti della Gbc affinché venga inserito nella formazione di cui è capitano. Nicoletti nel 1971 difende i colori di questa squadra dedicandosi prevalentemente alle prove su pista e i risultati non mancano.
Nella stagione seguente, il 1972, Nicoletti torna a correre anche su strada. Disputa la Vuelta di Spagna e il Giro d'Italia in veste di luogotenente fidato di Aldo Moser. Al termine della corsa rosa è vittima di una debilitazione fisica che lo condiziona per l'intera seconda parte della stagione e che lo porta nell'autunno del 1972, ormai privo di stimoli, a decidere di appendere la bici al chiodo e a dedicarsi ad una nuova attività.
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