Storia di Domenico Piemontesi

Da Boca, dov'era nato, e dove resiedeva, a Borgomanero, ove faceva il fabbro, ragazzotto di sana stirpe piemontese, grande e grosso, pedalava ogni giorno. Quell'abitudine, quella necessità, fecero di lui uno speranzoso allievo ciclista. A diciassette anni, nel '20, esordì in una gara a Cureggio, e vinse. Preso gusto, ne vinse altre diciannove consecutive!
Nel 1921 vinceva quasi altrettante corse per la Stella Alpina di Ponzone Biellese, e continuò su quel ritmo fino al momento di fare il militare (bersagliere) dopo il quale (1923) passò professionista per l'Atala, correndo (ma non terminando) il Giro d'Italia. Si rivelava tra i "pro" solo nel 1925, rivaleggiando talvolta con Binda e conquistando la sua parte di popolarità per il famoso motto "la va o la spacca", che era simbolo di combattività e di follia in discesa.
Nel 1926 vinceva per distacco una Torino-Genova, in cui precedeva Girardengo e Brunero. Nel '27 era il terzo uomo (dietro Binda e Girardengo, davanti a Belloni) nel famoso campionato mondiale di Adenau che vide i nostri quattro alfieri ai primi quattro posti. Nel '28 faceva suo, tra l'altro, il Giro di Sassonia. Nessuna grande corsa a tappe nel suo palmares pur avendo preso il via a due Tour (abbandonando in entrambe le occasioni), a un Giro della Svizzera (riuscì a vincere una tappa), e a 12 Giri d'Italia nei quali ottenne complessivamente 11 vittorie di tappa (cinque le centrò nel '28 dopo scontri memorabili con Alfredo Binda) e realizzò qualche piazzamento finale: 2° dopo Binda nel '29, 3° nel '33 dopo Binda e Debuysère, 7° nel '34 e 6° nel '36. Ma tante corse recano nel libro d'oro l'inconfondibile impronta del temerario e generosissimo campione di Borgomanero. Una volta cessata l'attività si è occupato di biciclette e ciclisti nella sua Borgomanero ed è stato l'organizzatore del circuito che per anni si è svolto nella sua città. Nel dopoguerra è stato anche direttore sportivo, particolarmente al fianco del suo concittadino Pasquale Fornara.
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