Alfredo Binda Commissario Tecnico

Passati gli anni della guerra Alfredo Binda nel 1948 viene nominato Commissario Tecnico della nazionale; questo in un periodo nel quale il Tour si corre per nazioni, come del resto i Mondiali. Bartali inizia il Tour con una vittoria, salvo poi accumulare un certo ritardo, e colmarlo vincendo la classifica finale. Le vittorie conseguite da Gino pare abbiano scongiurato pericolosi tumulti in Italia, che avrebbero potuto verificarsi in seguito all'attentato a Togliatti.
L'anno seguente vince Coppi, anche grazie al fatto che Binda gli impedisce di ritirarsi in seguito a una caduta. In primavera, Binda si era recato a Chiavari, dove aveva incontrato i due e discusso delle scelte tattiche da attuare al Tour: così si era deciso di porli come capitani alla pari, con cinque gregari ciascuno. Di fatto, dopo le tappe pirenaiche è Fiorenzo Magni a indossare la maglia gialla. Ma ecco le Alpi, e lì, sull'Izoard, avvenne l'incredibile: Coppi e Bartali, che da tempo procedono affiancati, iniziano a tirare, dandosi regolarmente il cambio. Essendo il giorno del compleanno del Ginettaccio, è lui a vincere ed indossare la maglia gialla. Il giorno dopo Bartali stesso è vittima di una caduta, e Coppi, che fino a quel momento era rimasto con lui, visto il ritardo accumulato, ha il permesso di proseguire da solo. Questo era nei patti. A Briançon Coppi giunge primo, indossando la maglia gialla. La classifica finale vede Coppi primo e Bartali secondo a 11'. Durante una tappa sconfinata in Italia, alcuni tifosi hanno insultato corridori e stampa francesi. Al ritorno in Francia, ha luogo una violenta risposta contro gli italiani e alcuni energumeni fischiano e inveiscono contro l'auto che ospita Binda. Egli, con molta calma, scende e parla ai presenti, inneggiando all'uguaglianza di italiani e francesi, rivali in corsa ma non al di fuori. Viene applaudito.
L'anno seguente Coppi, infortunato, non partecipa al Tour: ci sono Bartali e Magni, ma vince lo svizzero Kubler. Gli italiani infatti, si ritirano per decisione unanime in seguito ai fatti dell'Aspin, essendo stati messi in seria difficoltà da tifosi esagitati, che prendono a pugni Bartali facendolo cadere e rincorrono Magni con un coltello. Gino arriva primo al traguardo di tappa, ma, fermamente, intende ritirarsi. Nel 1952, Binda deve attingere a piene mani dalle sue doti di diplomatico per mettere d'accordo i tre grandi del momento, Coppi, Bartali e Magni. Gli riesce di farli correre collaborando e Coppi vince il Tour; terzo Bartali, a 35'. Un grande merito del cittigliese è stato quello di non preferire l'uno o l'altro, pur privilegiandoli quando ciò si dimostra ragionevole. Negli anni seguenti, le sorti della nazionale italiana sono alterne e senza grossi successi. Il primo Mondiale vinto dopo Lugano fu a Reims nel 1958, quando trionfa Ercole Baldini. Al Tour si dovrà attendere fino al 1960 con la vittoria di Gastone Nencini.
Nel 1962 si chiude l'epoca del Tour corso con le nazionali. Binda chiude nello stesso periodo la sua avventura di Commissario Tecnico. Continuerà a far parte della Commissione Tecnica Internazionale e sarà fiduciario del Coni per la provincia di Varese e vice presidente della Federazione internazionale corridori professionisti. In Italia, dal 1948 fino agli anni '50, organizza, mentre è consulente per lo sport per la Pirelli, il G.P. Pirelli, serie di corse ad eliminazione dalle quali escono i migliori corridori dilettanti dell'epoca, che spesso, poi, vengono assunti dalla Legnano. Va detto che, in tutti questi anni, il campione di Cittiglio vede sempre aumentare la stima e il rispetto del pubblico, dei corridori e dei colleghi verso la sua persona e il suo modo di fare, sempre garbato e senza eccessi. Gli stessi Bartali e Coppi, seppur con le immancabili critiche, hanno di lui grande stima e certamente sono stati avvantaggiati dal suo modo di affrontare la corsa e la vita stessa.
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