Storia di Gilberto Simoni

La carriera professionistica di Gilberto Simoni inizia nel 1994 con la maglia della Jolly. Il trentino passa professionista con addosso le stimmate del campione: il 1993 è stato un anno esaltante culminato con la conquista del Giro d'Italia dilettanti, del campionato nazionale e del Giro del Friuli. Scalatore eccellente, Simoni non disdegna la lotta sui percorsi misti, è corridore vero, insomma, di stampo antico.
Nelle prime stagioni lo frenano problemi fisici e gravi lutti familiari. Nel 1997 passa alla Mg di Ferretti, vince la sua prima corsa (una tappa al "suo" Giro del Trentino), tutto sembra mettersi per il meglio, ma viene fermato per ematocrito alto al Giro del Portogallo. A un certo punto, nel 1998, Simoni pensa addirittura di smettere; a fargli cambiare idea è l'ottavo posto ottenuto al Giro di Lombardia vinto da Oskar Camenzind.
Nel 1999 la trasformazione. Il terzo posto al Giro d'Italia e al Giro di Svizzera (dove vince la tappa di Grindlewald) gli danno i giusti stimoli per affrontare la stagione 2000 col piglio del leader. Al Giro d'Italia Simoni attacca sulle Dolomiti, vince a Bormio e sale ancora una volta sul gradino più basso del podio. Alla Vuelta a Espana si aggiudica la tappa con traguardo in vetta alla terribile salita dell'Angliru. Poi c'è ancora tempo per il Giro dell'Emilia. Arriva la prima maglia azzurra. Simoni tenta lo scatto nel finale della prova di Plouay ma sono proprio alcuni suoi compagni a contrattaccare portandogli sotto il gruppo degli inseguitori.
Il 2001 è l'anno del successo al Giro d'Italia. Una vittoria che viene oscurata dalle vicende di doping e dal blitz di Sanremo. Simoni attacca sin da subito dimostrando condizione e coraggio. Agguanta la maglia sul Pordoi, la difende nella crono di Salò e assesta la botta decisiva vincendo in solitaria sotto la pioggia di Arona. In estate Simoni si allena poco. La sua partecipazione alla Vuelta a Espana è in dubbio sino all'ultimo. Poi Gibo parte. Fatica nelle prime frazioni, incassa minuti su minuti, ma, alla fine, è capace di battere tutti nell'ultimo arrivo in salita quello dell'Alto de Abantos. Arriva al Mondiale di Lisbona con il ruolo di battitore libero. All'ultimo giro scatta in salita. Ullrich e gli altri grandi favoriti stanno a guardarsi. C' è un attimo d'incertezza e Simoni guadagna secondi su secondi. A cinque chilometri dal traguardo è praticamente campione del mondo. A dare linfa agli inseguitori ci pensa Paolo Lanfranchi, il quale dirà, nel dopo corsa, di non aver visto scattare il suo compagno di squadra. Il gruppo piomba su Simoni a poco più di un chilometro. E' volata e a vincere è Freire. Sarà polemica per tutto l'inverno, un inverno che lo vede abbandonare la Lampre per la Saeco.
Nel 2002 quando sembra in grado di spiccare il volo per il bis in maglia rosa due esami antidoping (uno relativo al Giro del Trentino e l'altro al Giro d'Italia) evidenziano tracce dei metabolici della cocaina nelle sue urine. Lo stop forzato lo costringe a buttare alla ortiche le speranze di successo. L'ottavo posto alla Vuelta a Espana non serve certo a lenire le ferite per una stagione tutta da dimenticare.
Ad inizio 2003 che Simoni avesse trascorso un inverno tranquillo senza intoppi di preparazione lo si capisce già alla Parigi-Nizza quando, nella prima metà di marzo, è capace di piazzarsi secondo (alle spalle di Alexander Vinokourov) nella tappa del Mont Faron e 11° nella generale. In aprile il Giro d'Aragona non fa che fornire ulteriori conferme al corridore trentino che si piazza secondo a Cerler e nella classifica generale della breve corsa a tappe spagnola.
Arriva il momento del Giro del Trentino. Dopo essere stato battuto in volata da Stefano Garzelli a Moena, Simoni tira fuori le unghie a Ronzone staccando l'avversario di 9" e acciuffando la leadership poi mantenuta fino all'epilogo di Arco di Trento. La vittoria al Giro dell'Appennino con l'abbattimento del record della Bocchetta, appartenente a Marco Pantani, lancia Simoni verso il Giro col ruolo di favorito numero uno.
Nelle prime tappe della corsa rosa Stefano Garzelli da l'impressione di poterla spuntare, ma quando il gioco inizia a farsi duro, Simoni assesta fendenti ad ogni occasione. La maglia rosa arriva con una fuga trabocchetto verso Faenza, poi cominciano gli show in alta quota. Prima l'impresa del Monte Zoncolan, poi quella dell'Alpe di Pampeago. Il risultato è sempre lo stesso: primo Simoni, secondo Garzelli. Anche nella cronometro di Bolzano il leader della Saeco riesce a guadagnare sul corridore varesino. Ma non è finita. Il vantaggio di sicurezza accumulato sulle Dolomiti diventa un vero e proprio abisso nella giornata di tregenda di Pontechianale e col terzo e definitivo sigillo posto sulla corsa con la vittoria alle Cascate del Toce. La prova contro il tempo di Milano è una pura formalità, la festa per il successo un momento di grande esaltazione per la squadra di Corti e Martinelli. Successivamente prende il via al Tour de France con grandi speranze ma fin dall'inzio è in difficoltà, in particolare sulle Alpi. Ormai fuori classifica è pronto a prendersi una rivincita sui Pirenei dove arrivava un'inattesa vittoria nel tappone di Loudenvieille.
Il 2004 è una stagione difficile per Gibo; in casa Saeco esplode il fenomeno Cunego e non ce ne per nessuno. Al Giro Simoni vince una tappa ed indossa per quattro giorni la maglia rosa ma, scavalcato dal giovane compagno, alla fine si deve accontentare di un altro terzo posto in classifica generale. In seno alla squadra il rapporto non è idilliaco e non molti sembrano essere dalla parte di Gibo. A luglio partecipa ancora al Tour ma non riesce ad andare oltre un modesto 17° posto senza essere mai protagonista. In estate vince il Giro del Veneto e spera di essere selezionato per il Mondiale di Verona. Ma la sua non esaltante annata non convince il C.T. Ballerini e così la mancata convocazione aggiunge un'altra delusione ad una stagione veramente nera.
Dopo tanti anni alla Saeco, a causa della difficile convivenza con Damiano Cunego, alla fine del 2005 firma per la Saunier Duval Prodir, di cui sarà capitano unico al Giro d'Italia, il suo obiettivo principale.
L'avvicinamento al Giro è come da programma e Gibo dimostra una buona condizione vincendo il 24 aprile il Giro dell'Appennino
Al Giro d'Italia 2005 è nuovamente grande protagonista ma si deve accontentare del secondo posto, distanziato di 28 secondi dal leader della corsa rosa Paolo Savoldelli. Il Giro 2005 è stato uno tra i più entusiasmanti e incerti degli ultimi anni; Gibo ce l'ha messa tutta fino all'ultimo per conquistare il suo terzo successo e ha tentato l'attacco decisivo sul Colle delle Finestre che lo ha visto protagonista.
Il 4 giugno del 2005 vince la seconda edizione del "Memorial Pantani", dedicato alla memoria dell'indimenticato pirata e a fine stagione conquista il Giro dell'Emilia.
Nel 2006 è di nuovo in prima fila al Giro d'Italia e lo conclude al terzo posto a 11 minuti e 59 secondi dal vincitore Ivan Basso; è l'unico, con il compagno Piepoli, a mettere in difficoltà Basso e con quest'ultimo è anche protagonista di una polemica all'arrivo della 20° tappa; a caldo dichiara che non avrebbe corso più la corsa rosa e che probabilmente si sarebbe ritirato, salvo poi ritornare sui propri passi rinnovando il contratto con la sua squadra. Successivamente partecipa anche al Tour de France senza però grossi risultati.
Nel finale di stagione inizia a cimentarsi anche in mountain bike, ottendo il successo, il primo tra le ruote grosse, alla Rampilonga sul percorso Classic e il 24 settembre conquista la maglia tricolore al campionato italiano marathon a Costa di Folgaria.
©2002-2023 Museo del Ciclismo Associazione Culturale ONLUS - C.F.94259220484 - info@museociclismo.it - Tutti i diritti riservati

I dati inseriti in archivio sono il risultato di una ricerca bibliografica e storiografica di Paolo Mannini (curatore dell'Archivio). Le fonti utilizzate sono svariate (giornali, libri, enciclopedie, siti internet, archivi digitali e frequentazioni sui vari Forum inerenti il ciclismo). Chiunque desideri contribuire alla raccolta dei dati, aggiunta di materiale da pubblicare o alla correzione di errori può farlo mettendosi in contatto con Paolo Mannini o con la Redazione.

Preferenze Cookies - Privacy Policy