Maurice Garin - il primo italiano a vincere la Roubaix

Maurice Garin è il primo italiano ad aver vinto la Roubaix. Un documento straordinario, datato 23 gennaio 1905, uscito dagli archivi del municipio di Chalons-sur-Marne (dal 1995 Chalons-en-Champagne), rivoluziona la storia della Roubaix, ma anche del ciclismo italiano. Maurice Garin è il vincitore del primo Tour de France nel 1903. Nato in Italia, il 3 marzo 1871, ad Arvier, nella frazione Chez-les-Garin, Val d'Aosta, a 13 anni era emigrato in Francia come "ramoneur", cioè spazzacamino. I testi dicevano che alla maggior età aveva optato per la cittadinanza francese. Invece fu naturalizzato solo a 30 anni e mezzo, il 21 dicembre 1901. Garin gareggiò da italiano per due terzi della carriera. Così un italiano salì sul podio della Roubaix già nella prima edizione, il 19 aprile 1896: Garin finì terzo dietro al tedesco Josef Fischer e al danese Charles Meyer. Un italiano ha vinto la Roubaix già nel 1897 e '98: Garin. Un italiano si è imposto nella leggendaria Parigi-Brest-Parigi del 1901, 1200 km, due giorni e due notti di corsa. Non è stato Gerbi, il "Diavolo Rosso", il primo asso italiano delle corse su strada, bensì Maurice Garin, primo ad imporsi nelle grandi competizioni straniere.
Autore della scoperta è l'ingegner Franco Cuaz, presidente della Società Autostrade Valdostane, ciclomane appassionato. E' autore di un libro stupendo, "Maurice Garin, il ciclismo di un secolo fa", edito da Musumeci nel '97. Nei mesi scorsi ha svolto ulteriori ricerche, per un articolo su Garin destinato a "Le Messager des Sports", almanacco sportivo della Val d'Aosta, creato e diretto da Eddy Ottoz, medaglia olimpica e doppio campione europeo dei 110 ostacoli.
Cercando nei luoghi dove Garin si fermò - in Savoia, a Reims, a Fontaine Leveque e Charleroi in Belgio, a Maubeuge, Lievin, Roubaix, Lens, Chalons sur Marne - ha trovato alla fine del 2004 un documento; è la richiesta di Maurice Garin al sindaco di Chalons-sur-Marne di aprire e gestire uno spaccio di bevande in Place de l'Hotel de Ville n. 7, con la risposta. Nei due scritti - l'uno firmato da Maurice Garin, l'altro dal sostituto del sindaco - c'è la frase "Garin Maurice Francois, né à Arvier (Italie), naturalisé Francois par décret du 21 Décembre 1901". Insomma Garin divenne cittadino francese solo dieci anni dopo aver raggiunto la maggiore età. Tutte le vittorie della prima parte della carriera sono italiane.
Così non è di Tommaselli, campione del mondo nel tandem con l'olandese Meyers nel 1900, la prima grande vittoria internazionale di un italiano. Non è Bepi Pancera, secondo nel 1931, il primo italiano protagonista della mitica Parigi-Brest-Parigi. E non è stato Giulio Rossi - emigrato in Francia a 6 anni, suo padre cadde nella Grande Guerra - il primo italiano ad imporsi nella Roubaix, nel 1937. Garin ha vinto quarant'anni prima di lui. Il 18 aprile 1897 il piccolo Garin (162 cm per 63 chili) raggiunse alle porte del velodromo il gigantesco olandese Mathieu Cordang, che cadde all'ingresso in pista, e, poi, nei sei giri previsti, resistette all'inseguimento furioso del rivale. L'anno dopo, il 10 aprile 1898, Garin arrivò solo con 28 minuti sul francese Stephane e distacchi più ampi su Wattelier, Bertin, Meyer e sul livornese Rodolfo Muller.
Il 19 agosto 1901, nella Parigi-Brest-Parigi, 1200 km, Garin, dopo 52 ore 11'01", lasciò Riviérre a due ore e Aucouturier "Il Terribile" a due ore e tre quarti. Poi vinse, per la Francia, Bordeaux-Parigi nel 1902 e, nel 1903, il Tour, imponendosi in tre tappe su sei. Ma il Piccolo Spazzacamino ha conquistato il mondo da italiano.
Maurice era il quarto dei nove figli di Maurice Clément Garin, contadino di Arvier, e Maria Teresa Ozello, di Locana (Piemonte), nato dopo Adele-Virginie (1864), Clotilde (1866), Odile (1868) e prima di Joseph-Isidore (1873), Ambroise e Francois (1875), Marie-Sylvie (1877) e Claude-Cesar (1879).
A 13 anni, fu affidato ad uno spazzacamino, in cambio di una forma di formaggio (così racconta la leggenda) e fu costretto alla dura vita dell'emigrante, come altri suoi fratelli. Una vita ad alto rischio. Joseph-Isidore, ad esempio, morì a Noyon, nella solitudine più dura, a 16 anni d'età. Maurice, invece, ebbe la gloria. Incominciò a pulire i camini della Savoia. Nel 1886 era a Reims. Poi, per tre anni, lavorò in Belgio. Rientrò in Francia e si stabilì a Maubeuge nel Nord. Quando il papà e Joseph Isidore morirono, chiamò a sé la mamma e gli altri sette fratelli. Incominciò a pedalare. Si guadagnò subito il nome di "Le Fou", "Il Pazzo". Per i media, invece, divenne "Le Petit Ramoneur", "Il Piccolo Spazzacamino". Anche i fratelli Ambroise e Cesar lo seguirono e riuscirono a salire sul podio della Roubaix.
Inquieto, si sposò quattro volte. Nel 1895 si trasferì a Roubaix, dove aprì un negozio di biciclette. Nel 1902 passò a Lens. Nel 1905, a carriera finita, provò a radicarsi a Chalons-sur-Marne: nello spaccio vendeva bottiglie e biciclette. Ma, dopo un po', tornò a Lens. Lì acquistò un distributore di benzina, che venne distrutto dalle bombe nel 1944. Morì il 19 febbraio 1957.
La sua resistenza era leggendaria. Fu primo nella 800 Km da Parigi a Bruxelles (1893), nella 24 ore di Liegi (1894) e, con un freddo siberiano, in quella delle Arti Liberali a Parigi (1895). Vinse Dinant-Namur-Dinant, Liegi-Thion, Parigi-Le Mans, Parigi-Mons, Parigi-Cabourg, Parigi-Royan... Vittorie italiane. Come Roland fu sempre ritenuto un "eroe" di Francia. Invece appartiene anche un pò all'Italia.
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