Luca Mazzanti - campione di serietà

La passione gli viene trasmessa da papà Franco, toscano di Montecatini nonché ciclista con un palmares piuttosto ricco, interrotto dopo il dilettantismo. Portato dal lavoro di la dall'Appennino, Mazzanti senior sposa Maddalena, salita da Napoli per vivere accanto a lui a Bologna: è febbraio quando nasce Luca. Vive di bicicletta papà Franco, contagiando il figlio unico Luca: insieme vanno spesso sulle strade del Giro per veder passar Saronni, per il quale il piccolo Luca va pazzo, finché al settimo Natale si passa ai fatti, con una bella biciclettina da corsa bianca infiocchettata sotto l'albero. Tempo sei mesi e Luca è già con una divisa sportiva addosso, quella della Pianorese che terrà fino agli juniores, e con un numero sulla schiena. Prima corsa ed è già podio, secondo o terzo, non ricorda bene: comunque non primo, perché la vita distingue sempre fra i predestinati e chi invece deve sudarsela.
Se la suda, Luca: in bici, più che sui banchi. Tanto va bene in sella quanto stenta a scuola: la salita che lo respinge è proprio questa. Papà Franco non lo spinge più di tanto, qualche volta chiude persino un occhio quando il compito sarebbe da rifare: così, appena prima dei diciotto anni, Luca pianta lì l'Istituto Tecnico, decide di giocarsi tutto sulla bici e per accelerare i tempi svolge il servizio militare nella Compagnia atleti, nella sua Bologna, con Celestino e Giunti. Il suo prossimo obiettivo è diventare professionista. Dopo un anno con Locatelli e un paio col maestro Roncucci, lo stesso di Pantani, alla Giacobazzi, ecco passare il treno giusto: nel 1997 passa alla categoria maggiore con la Refin, guidata da Franchini e Maini che sono bolognesi come lui. Si dimostra tra i ciclisti più affidabili, come rendimento e serietà, tanto che un ammiraglio di lungo corso come Bruno Reverberi, che alla Panaria lo guida dal 2003, non solo ha deciso di tenerselo ben stretto per un altro biennio, ma gli ha pure affidato un ruolo in prima linea: non solo fatica per gli altri, ma libertà d'azione per sé nelle corse in linea. Non perché sia un vincente nato, ma perché non tradisce mai: quando è ora di farsi trovar pronto, non c'è bisogno di dargli la sveglia.
Chi sia Luca Mazzanti nel ciclismo l'hanno capito in tanti negli otto anni che l'ha frequentato da professionista: uno degli ultimi, Franco Ballerini che da due anni regolarmente lo vuole in Nazionale, e che adesso racconta che, dovesse metter su una squadra, il primo della lista sarebbe proprio il bolognese. Perché sa fare il suo mestiere, perché è bravo a fare gruppo: sa capire quali sono i momenti in cui scherzare, sa essere schietto quando c'è bisogno di dire qualcosa ad un compagno. Lo aspetta un ruolo importante e dovrà cercare di sfruttare tutte le occasioni perchè non essendo un grande vicente (comunque sono 4 le vittorie ad oggi) ogni occasione sarà quella buona per imporsi e ripagare la grande fiducia che la Panaria ha avuto in lui.
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