Storia di Antonio Bevilacqua

Passista e velocista, è stato professionista dal 1940 al 1955 con una trentina di vittorie su strada. Dotato di una potenza eccezionale è stato in grado di fornire grossi exploit sia su strada che su pista come inseguitore, ma non sempre ha avuto la sorte amica. Di lui si rammenta in particolare la travolgente vittoria nella Parigi-Roubaix del '51, ottenuta dopo aver staccato nel finale assi del calibro di Van Steenbergen e Bobet. Pochi mesi più tardi nel Campionato mondiale dell'inseguimento battè in finale Hugo Koblet, fresco vincitore del Tour de France. Pochi giorni più tardi venne inserito anche nella nazionale azzurra per il mondiale su strada a Varese del quale fu uno dei grandi protagonisti partecipando alla fuga decisiva e piazzandosi 3° in volata dopo Kubler e Magni. Probabilmente con una maggiore disciplina e una più acuta condotta tattica avrebbe ottenuto più numerose e prestigiose affermazioni. Su strada le affermazioni da ricordare: Campionato italiano '50 (Tre Valli Varesine), Giro del Veneto '51, Milano-Vignola '52, la Coppa Bernocchi '53 e undici tappe al Giro d'Italia dal '46 al '51.
Come inseguitore, pur essendo stato "sacrificato" al prestigio di Fausto Coppi nei mondiali del '47 e '48 riuscì ugualmente per due anni '50-51 a indossare la maglia iridata (inoltre due volte 2° e due 3°); in campo nazionale fu quattro volte tricolore ('43, '49, '50, '51). In complesso si è aggiudicato una quarantina di prove ad inseguimento delle oltre sessanta alle quali ha partecipato. E' morto per un incidente stradale il 29 marzo 1972.
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