Storia di Aldo Parecchini

Aldo Parecchini nasce il 21 dicembre 1950 a Nave, in provincia di Brescia. Cresce ciclisticamente nell'Audaces Nave per poi correre con la la Iag Gazzoldo degli Ippoliti. Tra i dilettanti si mette in luce come passista-veloce e conquista il titolo italiano di categoria nel 1970 e nel 1971. Sempre tra i dilettanti ottiene altri numerosi successi tra cui il prestigioso Trofeo Amedeo Guizzi, la Milano-Busseto e la Targa Crocifisso a Bari e viene convocato in nazionale.
Le sue belle prove gli valgono il passaggio tra i professionisti con i colori della Molteni per la stagione 1973 e l'anno seguente passa alla Brooklyn di Roger De Vlaeminck e De Witte. Carattere solare e dotato di una intelligenza assoluta, Aldo diventa un corridore amato e rispettato da compagni ed avversari che ne ammirano l'assoluta professionalità e correttezza.
Aldo Parecchini diventa per tutti il "Parecca" e nel 1976 ottiene il suo unico successo al Tour de France. Alla Grand Boucle Aldo è luogotenente di De Witte ma il 30 giugno, nella sesta frazione, ottiene il via libera per andare in fuga. Aldo parte pochi chilometri dopo il via andando a raggiungere Luis Ocana che si è staccato dal plotone. Raggiunto Ocana sta con lui qualche chilometro e poi, rompe gli indugi, e attacca nuovamente. Aldo sicuramente sente che quello è un giorno speciale. Percorre 209 chilometri al vento con una media di quasi 39 chilometri orari andando a tagliare il traguardo in solitaria con 4'29" di vantaggio su Enrico Paolini e diventando per quasi 100 chilometri maglia gialla virtuale.
Aldo ha un motivo particolare per conquistare quella tappa: dedicare la vittoria al papà Andrea scomparso qualche tempo prima suo primo tifoso. Il giorno dopo Aldo si ritira per stare vicino alla sua Regina che deve fare la maturità rinunciando, di fatto, ai lucrosi guadagni dei criterium e dei circuiti post Tour.
L'anno seguente conquista il criterium di Pietra Ligure e nel 1978 approda alla Selle Royal e conquista la seconda tappa del Giro della Puglia.
Gli ultimi due anni di carriera li passa alla Bianchi e alla Famcucine prima di ritirarsi dal ciclismo professionistico.
©2002-2023 Museo del Ciclismo Associazione Culturale ONLUS - C.F.94259220484 - info@museociclismo.it - Tutti i diritti riservati

I dati inseriti in archivio sono il risultato di una ricerca bibliografica e storiografica di Paolo Mannini (curatore dell'Archivio). Le fonti utilizzate sono svariate (giornali, libri, enciclopedie, siti internet, archivi digitali e frequentazioni sui vari Forum inerenti il ciclismo). Chiunque desideri contribuire alla raccolta dei dati, aggiunta di materiale da pubblicare o alla correzione di errori può farlo mettendosi in contatto con Paolo Mannini o con la Redazione.

Preferenze Cookies - Privacy Policy