Storia di Adriano Baffi

Nato a Vailate il 7 agosto 1962, Adriano Baffi si è avvicinato alla bici a 10 anni con i 'Primavera' della Sforzatica di Dalmine, dove è rimasto, vincendo, anche nei due anni da Esordiente. I successivi da Allievo li ha corsi con la maglia dell'Audax di Treviglio, con la quale ha vinto parecchio, poi da junior sono arrivati
anche i due titoli tricolori del chilometro da fermo su pista e del quartetto. Fino a questo punto della carriera di corridore lo ha seguito, e portato a correre, mamma Giusta. Successivamente sono arrivati quattro anni da dilettante, coronati da una trentina di vittorie, alla scuola del padre che lo ha guidato, da direttore sportivo, nell'ultima stagione trascorsa al Gs Polli di Lissone e nelle due disputate con la maglia del Gs Mecair. Poi, nel 1985, subito il passaggio al professionismo con Giancarlo Ferretti e la maglia a strisce giallorosse del Gs Ariostea Once. Nell'anno del debutto vince il circuito di casa, a Vailate, ed il 'chilometro del Corso' a Mestre, ma mentre è al Giro dell'Etna arriva la notizia della morte del padre e Adriano torna a casa. Si ripresenterà sull'isola nel 1997 e vincerà la corsa. L'espolosione avviene al quarto anno da professionista, quando Adriano mette a segno la stoccata vincente in due tappe e nella classifica finale della Settimana Siciliana, al Giro di Campania, in due tappe della Tirreno-Adriatico ed una al Giro di Puglia, nella Milano-Vignola ed in un Criterium svizzero. Da allora è stato un susseguirsi di successi che lo pongono tra gli stradisti più vincenti di tutte le epoche. Le ultime vittorie di Adriano Baffi, passista 'molto veloce' e figura carismatica del mondo della pista internazionale,
sono arrivate nel 2002 in Germania, a Hoheneim e Wangen. Poi a novembre Adriano annuncia il ritiro dalle corse. L'ultima sua gara è l'8 febbraio 2003 su pista alla Sei Ore di San Sebastian e attorno a lui si è fatta gran festa. «Peccato -dice ora il campione di Vailate -che gli appassionati della bici si ricordino di me per le vittorie in pista. Quella è stata una scelta per poter continuare a correre fino a quarant'anni, ma il vero amore rimane la strada».
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