Storia di Graziano Battistini

Dopo aver dimostrato le sue particolari attitudini per le corse a tappe fra i dilettanti con i successi della Ruota d'Oro '57 e nella San Pellegrino '57 le confermò da professionista anche se non riuscì ad assicurarsi nessun grande Giro.
Dieci stagioni tra i professionisti con poche vittorie ma molti piazzamenti di rilievo tra i quali spicca il secondo posto nel Tour de France 1960 dietro al compianto Gastone Nencini, nel quale si impose in due tappe (ad Angers e Briancon). Un trionfo azzurro che scatenò grandi entusiasmi e sembrò lanciarlo ai vertici del ciclismo internazionale. Ma le attese andarono deluse e la sua attività agonistica proseguì tra molte ombre e poche luci. Nei dieci Giri d'Italia che lo hanno visto al via (otto terminati) s'impose in due tappe: la Salsomaggiore-Sestri Levante '62 (nell'occasione indossò la maglia rosa) e, tre anni dopo, vittoria memorabile nella tappa che si concluse in vetta alla Stelvio in mezzo a montagne di neve che bloccarono la corsa. Nel suo palmares accanto alle prodezze di Giro e Tour non figurano grandi imprese nelle corse in linea. Non era certo un fulmine in volata e spesso questa sua lacuna lo penalizzava. Nel 1960, la sua annata migliore, vinse comunque la Coppa Sabatini. Dopo aver appeso la bici al chiodo si era dedicato alla crescita dei giovani. Tra l'altro, è stato lo scopritore di Podenzana, due volte campione italiano. E' scomparso a 57 anni, vittima di un male incurabile.
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