Storia di Laurent Fignon

Buon dilettante, viene scelto nel '92 da Guimard per dar man forte a Hinault, ma non tarda a farsi notare per le sue non comuni qualità: grande passista-scalatore, pur non trascurando il proprio dovere nei confronti del capitano riesce a farsi apprezzare nella stagione del debutto vincendo, fra l'altro, il Criterium Nazionale della Strada, il GP di Cannes e la Freccia Azzurra. Nella stagione successiva, dopo aver spalleggiato Hinault nel vittorioso Giro di Spagna, è protagonista e grande vincitore del Tour de France disertato dal suo capitano. E' la svolta della carriera e della personalità del campione parigino che è, nell'84, l'antagonista diretto delle due massime vedette del periodo: di Moser al Giro d'Italia, che Laurent perde solo all'ultima tappa nella cronometro di Verona, e di Hinault, passato alla Vie Claire, nel Tour che Laurent domina con cinque vittorie di tappa. In questa fulgida annata, tuttavia, brucia molto del suo fisico sia dal punto di vista fisico che da quello psicologico: accusa un dolore al ginocchio che lo costringe a limitare la sua attività e non gli fa rendere per quanto potrebbe. Così nel 1985 al suo attivo c'è solo la Settimana Siciliana e qualche altro successo minore. Anche nel 1986, a parte l'impennata nella Freccia Vallone, non ha altri momenti felici. Di modesta entità, per un corridore del suo rango, anche i successi dell'88: due tappe della Parigi-Nizza, una del Giro di Spagna, una del Lussemburgo, una del Tour e una del Giro d'Olanda oltre al Gran Premio della Vallonia che, peraltro, gli viene tolto a tavolino perchè positivo al controllo antidoping. Quando le fulgide giornate di gloria degli anni precedenti sembrano ormai un lontano ricordo Laurent da i primi segnali di risveglio all'inizio del 1988 vincendo alla grande la Milano-Sanremo. I risultati nel corso dell'anno non arrivano ma l'anno successivo ricomincia da dove era rimasto: rivince la Milano-Sanremo e si presenta al via del Giro d'Italia con grandi ambizioni. Strada facendo trova la convinzione e la forza per imporsi nella classifica finale e con fiducia affronta l'avventura al Tour. Lungo le strade del Tour trova un solo avversario, l'americano Greg Lemond, che ha lentamente recuperato da un incidente, e tra i due (già vincitori di un Tour a testa) infuria una grande lotta. Si alternano più volte al comando della classifica generale e nell'ultima tappa a cronometro, Laurent parte con un vantaggio su Lemond di 50"; non sono molti ma i km sono solo 24,5 e quindi sembrano sufficienti per difendere il primato. Invece a Parigi succede l'incredibile: Lemond sembra volare e Fignon non reagisce alla rimonta dell'americano. Alla fine Lemond vince la tappa con 58" su Fignon (terzo) ed è suo anche il Tour de France con solo 8" (un'inezia). Nel finale di stagione ottiene altre vittorie ed a fine anno è primo nella classifica della Federazione Ciclistica Internazionale.
Le ripercussioni della sconfitta al Tour però si fanno sentire gli anni seguenti quando non riesce ad essere più protagonista e anche al Tour ottiene solo un 6° posto nel '91 e una vittoria di tappa nel '92 correndo in appoggio a Bugno alla Gatorade. Infatti, dopo ben 10 stagioni corse con squadre francesi, gli ultimi due anni della sua carriera lo troviamo in Italia alla Gatorade ma è l'ombra del grande campione che è stato e alla fine del 1993 decide di abbandonare l'attività.
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