Storia di Luciano Sambi

Luciano nasce nel 1942 a Sogliano sul Rubicone. Spinto dalla passione per il ciclismo, decide di correre in bicicletta inscrivendosi nel 1960 come allievo al "Pedale Ravennate". Buon passista, scalatore puro e resistente, è dotato anche di un discreto spunto veloce con cui riesce ad emergere negli arrivi non troppo affollati. Da allievo vince tre corse tra cui la classica Coppa Giulianini e ottiene un buon numero di piazzamenti entro i primi dieci distinguendosi con poderosi allunghi in salita. Il periodo come dilettante lo vede correre prima con il "Pedale Ravennate" nel 1961, poi con la "Rinascita" dal 1962 al 1964.
E' un periodo ricco di risultati in gare di livello nazionale e internazionale: 23 vittorie e un cospicuo numero di piazzamenti. Nel 1962 grazie alla sua costanza, tenacia e regolarità vince una gara a tappe, il Giro dell'Umbria.
Il 1963 lo vede primeggiare con sicurezza e senso tattico in diverse gare impegnative dove sono presenti i più quotati dilettanti. Vince due volte a San Marino conquistando il titolo di campione sanmarinese, s'impone in Umbria, Toscana e Marche. Partecipa al Giro della Valle d'Aosta ben figurando nella classifica finale (8°) e vincendo la seconda tappa. Il suo rendimento richiama l'attenzione del commissario tecnico Rimedio che lo inserisce tra gli azzurrabili per il Tour de l'Avenir con il ruolo di riserva. Il 1964 è di gran lunga la sua stagione migliore: ottiene undici vittorie e la maglia azzurra sia al Tour de l'Avenir che ai campionati del mondo di Sallanches. Di spicco i primi posti conquistati nel Trofeo Minardi, nella Coppa Grandi, nel Gran Premio Salvatori corsa indicativa per il Tour e nella seconda prova per il campionato italiano dilettanti a Villafranca Veronese che gli permette di passare al comando della classifica generale ponendo una grossa ipoteca sulla conquista della maglia tricolore. Purtroppo, alla fine della terza e ultima prova a Massa Carrara, una decisione molto discutibile della giuria non gli consente di potersi fregiare di un titolo che avrebbe ampiamente meritato. Nel Tour de l'Avenir disputato durante l'estate ottiene tre lusinghieri piazzamenti (un secondo e due terzi posti) e collabora attivamente con Gimondi vincitore della corsa. In classifica generale risulta trentunesimo e decimo nella classifica a punti. In autunno il tenace Luciano ottiene una dopo l'altra grosse affermazioni tra cui il Trofeo Pizzoli a Bologna, il Gran Premio della Cooperazione a Forlì e il Giro dell'Emilia.
Nel 1965 passa professionista con la Legnano e nel mese di aprile ottiene un prestigioso risultato vincendo per distacco il Giro di Toscana. Grazie ad una freschezza sorprendente Luciano piazza la botta decisiva sull'ultima rampa prima di Montecatini lasciandosi alle spalle i compagni di fuga Adorni e Cribiori. Con questo biglietto da visita si presenta al Giro d'Italia che disputa in modo accorto e intelligente distinguendosi per le sue doti di passista scalatore. In classifica finale ottiene un significativo 24° posto. Nel mese di giugno si allinea alla partenza del Gran Premio di Castrocaro classica corsa internazionale a cronometro che vede in lizza i migliori specialisti. Corre in modo esemplare facendo sfoggio di sicurezza e di un'appropriata cadenza. Ottiene il terzo miglior tempo alle spalle di Anquetil e Gimondi. Nel 1966 offre una buona prestazione nel Giro di Calabria, è terzo nel Giro di Campania, undicesimo in quello dell'Emilia. Partecipa al Giro d'Italia, ma con un rendimento più discontinuo rispetto all'anno precedente, si classifica 44°. Disturbato da un'ernia al disco è costretto ad abbandonare l'attività all'inizio del 1967.
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