Storia di Gilberto Vendemiati

Nasce a Ferrara nel 1940 e verso la metà degli anni cinquanta comincia a frequentare assiduamente il Velodromo "Fausto Coppi" poco distante da casa sua. Nel 1957 inizia a correre come allievo con il "Velo Sport" di Ferrara cogliendo una vittoria e diversi piazzamenti. Nel 1958, sempre nella categoria allievi, difende i colori della "Fondorenese": disputa una trentina di gare vincendone due e ottiene moltissimi piazzamenti nei cinque. In questo periodo si dedica anche alla pista dove cerca di impratichirsi nella velocità.
Nel 1959, per sua precisa scelta, decide di trasferirsi a Ravenna e passa dilettante con il "Pedale Ravennate". Qui il timido, riservato e mite Gilberto trova l'ambiente giusto per una crescita non solo sportiva. Dopo essersi aggiudicato due corse minori, durante una riunione su pista al Velodromo ferrarese rimane vittima di una brutta caduta che gli compromette il resto della stagione. Nel 1960 si dimostra tagliato per le corse a tappe partecipando al Giro della Campania dove vince due volte e al Giro delle Puglie in cui risulta terzo nella classifica generale. In tutto ottiene quattro vittorie (tra cui la Coppa Mengoli a Bologna) e una dozzina di secondi posti. Ottimo sul passo, dotato di una volata più che buona, forte in salita, Vendemiati raccoglie numerose soddisfazioni anche nel 1961, il suo anno migliore: sei vittorie e numerosi secondi posti. Il CT della nazionale Rimedio decide di inserirlo nella squadra azzurra dei dilettanti sia al Tour de l'Avenir che ai campionati del mondo di Berna.
Al Tour vince la tappa più lunga (Perpignano-Tolosa di 206 chilometri) dopo una fuga di centottanta chilometri battendo in volata nel Velodromo di Tolosa i compagni d'avventura. Una settimana dopo la conclusione del Tour diventa campione emiliano dilettanti vincendo alla maniera forte la Coppa Caduti Sanmartinesi. Ai campionati mondiali si piazza quattordicesimo; è protagonista di una lunga fuga ma viene "stoppato" dal commissario tecnico Rimedio che lo rimprovera di aver contribuito a quest'azione contravvenendo ai piani stabiliti in favore di De Rosso. Memore di questo episodio l'anno successivo Rimedio non lo convocherà nella squadra azzurra. Nel 1962 parte per il servizio militare, ma essendo inserito nella Compagnia Atleti può continuare a dedicarsi alle corse: ne vince otto tra le quali il Giro della Valle d'Aosta e la Torino-Mondovì. Proprio quest'ultima vittoria favorisce il primo contratto con una squadra professionistica: la "Gazzola" in cue rimane due anni (1963 e 1964) con un rendimento discontinuo. Nel 1965 e 1966 è alla "Salvarani" con Adorni e Gimondi. Nel 1965 viene inserito nella formazione che prende parte al Tour de France vinto dal campione bergamasco. Vendemiati oltre ad essere un'ottima pedina per il successo del proprio capitano, ha anche modo di emergere in alcune tappe come dimostra l'ottavo posto nella tappa dell'Izoard. Nel 1967 passa alla "Max Meyer" con Gastone Nencini direttore sportivo che lo aiuta a svolgere un corso da massaggiatore favorendogli poi l'inserimento con questa professione nel mondo del ciclismo. Così Gilberto inizia una nuova brillante carriera che dopo la "Max Meyer" proseguirà con "Scic", "Magniflex", "Famcucine", "Sammontana", "Bianchi" e "Ariostea".
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