Quando e come ha iniziato a correre Giuseppe Martano

Incominciò a correre nel 1928, per caso, così come per caso era nato a Savona, nel 1910, da genitori entrambi piemontesi: sua mamma, di Buttigliera d'Asti, suo papà, del Lago d'Orta, allora giardinieri sulla Riviera. Poi si trasferirono a Giaveno, quando aveva 3-4 anni, e da allora ha sempre vissuto in Piemonte. Lavorava ad Avigliana e di sera, ritornando a casa in bicicletta, ogni tanto trovava dei corridori che si allenavano sulla salita di Giaveno: visto che riusciva a stare insieme a loro, anzi tante volte li staccava, ed anche per l'incitamento degli amici del paese cominciò l'avventura nel ciclismo nel 1928. Poco dopo fece la sua prima corsa, su una bici da viaggio e arrivò secondo; un fabbricante di biciclette di Torino, Molinari, gli disse che se correva per lui gli avrebbe regalato una bicicletta e se vinceva gli avrebbe dato una lira per ogni chilometro di corsa. E di corse ne vinse molte quell'anno: ben 18 di seguito su 26 disputate. Nei quattro anni seguenti, da dilettante di terza categoria, vinse poi un centinaio di corse. Nel 1930 disputò il campionato del mondo dilettanti a Liegi, vincendolo: si correva sullo stesso percorso dei professionisti partiti poco prima ed a circa due chilometri dal traguardo, ormai solitario al comando dopo aver staccato tutti sull'ultima cote prima di entrare a Liegi, si trovò davanti un incredibile ingorgo di automobili al seguito della corsa precedente. Riuscì a fatica a passare ma nel frattempo fu ripreso all'ultimo chilometro da altri due corridori che riuscì comunque a battere facilmente in volata. A fine 1930 passa professionista con la Frejus e nel 1931 ottiene le prime vittorie. Nel 1932 viene appositamente riqualificato fra i dilettanti per la gara iridata che si svolgerà a Roma. Svolge anche il servizio militare, a Roma, alla Farnesina, e durante questo periodo corre molto, vincendo tra l'altro un Giro del Piemonte a tappe, insieme ai professionisti. A Roma vinse di nuovo il campionato del mondo dilettanti in volata sullo svizzero Egli, faticando però molto. Infatti stava male perchè aveva mangiato della frutta ghiacciata, per dissetarsi in una giornata caldissima e su un tracciato duro, con la bella salita di Frascati, su fino a Rocca di Papa, da ripetere più volte. Quindi nel 1933 passa professionista, nella Frejus, società nella quale ha sempre corso, in Italia: in Francia, tranne che al Tour in cui correva nella nazionale italiana, difese i colori dalla squadra francese Tendil.
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